Il 20 giugno un tribunale di Stoccolma ha assolto per insufficienza di prove un ex generale siriano, Mohammed Hamo, 65 anni, residente in Svezia, accusato di complicità in crimini di guerra commessi nel suo paese tra gennaio e luglio 2012.
Il tribunale ha stabilito che l’esercito siriano ha effettivamente condotto “attacchi indiscriminati contro i civili, contrari al diritto internazionale, in un quartiere di Homs e nella città di Al Rastan”, ma “non è stato dimostrato il coinvolgimento dell’undicesima divisione guidata da Hamo”.
La guerra civile in Siria tra il regime di Bashar al Assad e vari gruppi armati, tra cui il gruppo jihadista Stato islamico, cominciata nel 2011 con la repressione delle manifestazioni a favore della democrazia, ha causato la morte di più di mezzo milione di persone e diviso il paese.
Secondo l’accusa Hamo, uno dei più alti responsabili militari siriani a essere processato in Europa, “ha contribuito con le sue parole e le sue azioni agli attacchi indiscriminati condotti dall’esercito siriano in violazione dei princìpi di cautela e proporzionalità”.
La procuratrice Karolina Wieslander ha dichiarato all’Afp che studierà la sentenza a fondo prima di decidere se presentare ricorso. Ha tempo fino all’11 luglio per prendere una decisione.
Durante il processo Hamo aveva negato le accuse.
“Non può essere considerato responsabile delle sue azioni perché agiva in un contesto militare e doveva eseguire gli ordini”, aveva affermato la sua avvocata Mari Kilman.
“Probabilmente molte persone saranno deluse dall’assoluzione dell’ex generale,
ma è importante che il tribunale abbia riconosciuto che molti degli attacchi condotti dall’esercito siriano costituivano crimini di guerra”, ha affermato Aida Samani, responsabile giuridica dell’ong per i diritti umani Civil rights defenders.
Il mese scorso tre alti funzionari del regime siriano, processati in contumacia in Francia per complicità in crimini di guerra e crimini contro l’umanità, erano stati condannati all’ergastolo.