Il 1 luglio l’Ungheria, guidata dal primo ministro nazionalista Viktor Orbán, ha assunto la presidenza semestrale del consiglio dell’Unione europea promettendo di agire con “imparzialità”.

La presidenza ungherese suscita inquietudine nel parlamento europeo e in molti stati membri a causa delle pulsioni autoritarie del governo e dei buoni rapporti con il Cremlino, nonostante l’invasione dell’Ucraina.

“Agiremo come mediatori imparziali e con grande lealtà”, aveva affermato il ministro degli affari europei János Bóka a metà giugno in occasione della presentazione del programma della presidenza ungherese.

“Allo stesso tempo promuoveremo la nostra visione dell’Europa”, aveva aggiunto.

Negli ultimi anni l’Ungheria ha più volte fatto sentire la sua voce dissenziente sullo stato di diritto, sull’immigrazione e sul conflitto in Ucraina, innescando ripetuti scontri con i partner e il congelamento di miliardi di euro di fondi europei.

Durante la campagna elettorale delle elezioni europee Órban, 61 anni, aveva promesso di sconfiggere quella che definisce “l’élite tecnocratica di Bruxelles”.

Ma nonostante la crescita dei consensi dell’estrema destra in molti stati membri, Ursula von der Leyen è stata confermata presidente della Commissione europea.

Orbán continua anche ad avere un ruolo marginale al parlamento europeo: il suo partito Fidesz ha infatti perso deputati rispetto al 2019.

Il 30 giugno, in occasione di una visita a Vienna, il premier ungherese ha annunciato di voler formare un gruppo al parlamento europeo, chiamato “Patrioti per l’Europa”, insieme al partito nazionalista austriaco Fpö, guidato da Herbert Kickl, e a quello populista ceco Ano, guidato da Andrej Babiš.

“Make Europe great again”

La presidenza ungherese del consiglio europeo avrà sette priorità, tra cui il rafforzamento della competitività economica, la lotta all’immigrazione irregolare e l’accelerazione dei negoziati per l’adesione dei paesi dei Balcani occidentali.

Lo stato che esercita la presidenza di turno ha la possibilità di controllare l’agenda delle riunioni dei Ventisette, un potere significativo ma non assoluto.

Intanto, lo slogan della presidenza ungherese ha già fatto scalpore: “Make Europe great again”, ispirato a quello dell’ex presidente statunitense Donald Trump, candidato repubblicano alle presidenziali di novembre.

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