Il leader del Vietnam e segretario generale del Partito comunista Nguyen Phu Trong, ottant’anni, si prenderà una pausa per “concentrarsi” sulla sua salute. Lo ha dichiarato il partito, il 18 luglio.

Il presidente To Lam assumerà il ruolo di leader ad interim del paese, ha dichiarato il partito in un comunicato online, secondo cui Lam è stato incaricato di dirigere i lavori del comitato centrale del partito, del politburo e della segreteria.

Guidato dal segretario generale del Partito comunista, il governo vietnamita conferisce di solito al presidente, la seconda autorità in ordine di importanza, una carica in gran parte cerimoniale. Il governo, composto da quattro persone, include anche il primo ministro e il capo dell’assemblea nazionale.

La salute compromessa di Trong ha alimentato notizie e polemiche sul fatto che non sarebbe stato in grado di rimanere in carica fino al congresso del partito previsto per il 2026, in cui si sarebbe dovuto nominare un successore.

In carica dal 2011, il leader del partito ha goduto di una notevole longevità nel suo ruolo, che secondo i gruppi per i diritti ha coinciso con la deriva del Vietnam verso l’autoritarismo.

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Lam, 67 anni, è stato ministro della pubblica sicurezza del Vietnam prima di essere votato come presidente dal parlamento vietnamita, dopo che un’importante campagna anticorruzione aveva costretto il suo predecessore a dimettersi.

Migliaia di persone, tra cui diversi alti dirigenti del governo e dell’economia, sono state coinvolte nella repressione guidata da Trong.

Gli analisti hanno affermato che Lam, che è vice capo del comitato direttivo anticorruzione, ha usato le sue indagini per eliminare i suoi rivali politici. Nel suo primo discorso da presidente, Lam si è detto “determinato a combattere la corruzione e i fenomeni negativi”.