Il presidente statunitense Joe Biden ha annunciato il 28 luglio un progetto di riforma della corte suprema, dominata dai conservatori e finita negli ultimi anni al centro delle polemiche.
Biden, 81 anni, che svelerà i dettagli del progetto durante un discorso ad Austin, in Texas, propone anche un emendamento costituzionale per annullare la recente sentenza della corte suprema che ha dato ragione all’ex presidente Donald Trump in materia d’immunità presidenziale. In precedenza i nove giudici avevano adottato altre decisioni controverse, tra cui la revoca della tutela federale al diritto all’aborto.
Il presidente democratico punta a limitare il mandato dei nove giudici della corte, che attualmente è a vita.
Chiede anche l’adozione di un codice etico vincolante, dopo che alcuni giudici sono stati coinvolti in scandali più o meno gravi.
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“Il nostro paese è fondato su un principio semplice ma fondamentale: nessuno è al di sopra della legge, né il presidente degli Stati Uniti, né i giudici della corte suprema, né nessun altro”, ha affermato Biden in un articolo pubblicato il 29 luglio.
“Quello che sta accadendo non è normale e mina la fiducia dei cittadini nelle decisioni della corte, comprese quelle che incidono sulle libertà individuali”, ha aggiunto.
La Casa Bianca ha affermato che Biden e la vicepresidente Kamala Harris, candidata democratica alle presidenziali di novembre, “non vedono l’ora di lavorare a questo progetto con il congresso”. In realtà il progetto ha poche speranze di essere adottato in un congresso diviso, in cui il Partito repubblicano controlla la camera dei rappresentanti.
Tuttavia, l’iniziativa riflette la crescente frustrazione di Biden nei confronti di una corte in cui vari giudici sono stati nominati da Trump, mentre i sondaggi mostrano una crescente sfiducia dell’opinione pubblica verso l’istituzione.
In passato Biden aveva resistito alle richieste di riformare la corte, composta da nove giudici nominati a vita. Ma la Casa Bianca ha fatto sapere che il presidente punta a limitare il mandato dei giudici a diciotto anni, con la nomina di un nuovo giudice ogni due anni.
“In questo modo si ridurrebbe il rischio che un presidente possa esercitare un’influenza indebita sulle generazioni future”, si legge in una scheda informativa.
Quest’anno la corte ha ridotto in modo significativo i poteri delle agenzie federali e di recente si è pronunciata a favore di una richiesta d’immunità di Trump, candidato repubblicano alle presidenziali, sottoposto a vari procedimenti penali e condannato per i pagamenti illeciti alla pornostar Stormy Daniels.
Dei nove giudici della corte, sei sono conservatori e tre sono stati nominati da Trump durante la sua presidenza (2016-2020).