Almeno 51 persone sono morte e 271 sono rimaste ferite il 3 settembre in un attacco missilistico russo sulla città di Poltava, nell’Ucraina centrorientale, che ha parzialmente distrutto un istituto militare.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che due missili balistici hanno colpito “un istituto di formazione e un ospedale”.
“Uno degli edifici dell’istituto militare per le comunicazioni è stato parzialmente distrutto”, ha aggiunto.
Secondo il ministero della difesa ucraino, “l’attacco è avvenuto dopo che era scattato l’allarme antiaereo, mentre le persone presenti cercavano di raggiungere i rifugi”.
“I soccorritori hanno salvato venticinque persone, undici delle quali estratte dalle macerie, e sono ancora al lavoro”, ha aggiunto il ministero.
L’attacco è avvenuto a Poltava, una città a trecento chilometri a est di Kiev che prima della guerra aveva trecentomila abitanti.
Alcuni influenti blogger ucraini hanno contestato il comando militare di Kiev, sostenendo che una cerimonia ufficiale all’aperto con grande concentrazione di soldati fosse un bersaglio facile.
Anche la deputata Maryana Bezuhla, che fa parte della commissione parlamentare per la difesa, ha criticato il comando militare su Telegram.
Il caso dell’F-16 precipitato
Zelenskyj ha annunciato l’apertura di un’inchiesta, prima d’invitare gli alleati occidentali a fornire con urgenza nuovi sistemi di difesa aerea e a permettere all’Ucraina di colpire il territorio russo con missili a lungo raggio.
La settimana scorsa il comando militare ucraino era già finito al centro delle polemiche dopo che un caccia F-16, appena consegnato a Kiev dopo più di due anni di attesa, era precipitato per motivi ignoti.
Zelenskyj aveva reagito licenziando il comandante delle forze aeree Mykola Oleshchuk.