Israele ha riconosciuto il 10 settembre che “molto probabilmente” un’attivista turcoamericana rimasta uccisa durante una manifestazione nella Cisgiordania occupata è stata colpita dall’esercito israeliano.
“Da un’indagine interna è emerso che molto probabilmente è stata colpita indirettamente e involontariamente da soldati israeliani”, ha affermato l’esercito in un comunicato, riferendosi alla morte dell’attivista Aysenur Ezgi Eygi, 26 anni.
La donna è stata uccisa il 6 settembre nel villaggio di Beita, nel nord della Cisgiordania, dove ogni settimana si svolgono manifestazioni contro gli insediamenti israeliani, che sono illegali in base al diritto internazionale.
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Il ministro degli esteri statunitense Antony Blinken ha affermato il 10 settembre, durante una visita ufficiale a Londra, che la morte di Aysenur Ezgi Eygi è “ingiustificata”.
“A nostro avviso le forze di sicurezza israeliane dovrebbero modificare radicalmente il modo in cui operano in Cisgiordania, partendo dalle regole d’ingaggio”, ha aggiunto.
Il 9 settembre il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan aveva dichiarato che avrebbe fatto il possibile “per assicurare che la morte di Aysenur Ezgi Eygi non resti impunita”.
Prima del comunicato del 10 settembre, l’esercito israeliano aveva già riconosciuto di aver aperto il fuoco a Beita e annunciato “una verifica di notizie secondo le quali una cittadina straniera è rimasta uccisa”.
Secondo l’esercito, i colpi sono stati sparati contro “uno degli istigatori delle violenze scoppiate durante la manifestazione, che lanciava pietre contro i soldati e costituiva una chiara minaccia”.
“L’attivista è rimasta uccisa durante una violenta sommossa in cui decine di palestinesi davano fuoco a pneumatici e lanciavano pietre contro i soldati”, ha aggiunto.
L’International solidarity movement (Ism), di cui Aysenur Ezgi Eygi faceva parte, ha affermato che la versione dell’esercito israeliano “è del tutto falsa”, sottolineando che la manifestazione era pacifica.
Dopo il 7 ottobre 2023 le tensioni sono esplose anche in Cisgiordania, territorio palestinese occupato da Israele dal 1967.
Da allora almeno 662 palestinesi sono stati uccisi dai soldati o dai coloni israeliani, secondo il ministero della salute palestinese.