Il bilancio delle alluvioni che hanno colpito l’Europa centrale e orientale, causate dalla tempesta Boris, è salito a nove vittime, la maggior parte delle quali in Romania, mentre migliaia di persone sono state costrette a lasciare le loro case.

Il bilancio provvisorio è di sei morti e un disperso in Romania, un morto e sette dispersi in Repubblica Ceca, una persona morta annegata in Polonia e un pompiere morto in azione in Austria.

“Purtroppo una persona è morta per annegamento vicino a Bruntál e ci sono anche sette dispersi”, ha affermato il 16 settembre il capo della polizia ceca Martin Vondrášek.

A Opava, nel nordest del paese, lo straripamento dell’omonimo fiume ha costretto le autorità a trasferire la maggior parte degli abitanti.

Interi quartieri sommersi

“Possiamo confermare un decesso per annegamento nella regione della Bassa Slesia”, nel sudovest della Polonia, aveva dichiarato il 15 settembre il primo ministro polacco Donald Tusk.

Le acque hanno travolto le dighe allagando le cittadine di Lądek-Zdrój, nella regione della Bassa Slesia, e Głuchołazy, nella regione di Opole.

Il governo polacco ha dovuto schierare l’esercito per sostenere il lavoro di pompieri e soccorritori.

Sei persone hanno invece perso la vita nel distretto di Galați, nell’est della Romania, hanno annunciato il 15 settembre i soccorritori.

Le immagini scattate dai fotografi dell’Afp in vari paesi mostrano interi quartieri sommersi, soccorritori in azione e dighe di sabbia per contenere l’aumento del livello dei fiumi.

La tempesta e gli allagamenti hanno causato interruzioni di elettricità e paralizzato i trasporti in tutta la regione.