Il bilancio del passaggio del tifone Yagi sulla Birmania è salito a 226 morti e 77 dispersi, mentre le operazioni di soccorso sono ostacolate dalle strade bloccate e dai ponti crollati, ha affermato il 17 settembre la tv di stato.

Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (Ocha), circa 631mila persone sono state colpite dalle alluvioni in Birmania.

Complessivamente il passaggio del tifone Yagi ha causato la morte di più di cinquecento persone tra Birmania, Vietnam, Laos e Thailandia.

Secondo la tv di stato birmana Mrtv, il bilancio delle vittime nel paese è raddoppiato rispetto al dato precedente di 113.

Le alluvioni hanno anche distrutto quasi 260mila ettari di coltivazioni, soprattutto di riso, ha aggiunto la Mrtv.

L’Ocha ha avvertito che c’è un bisogno urgente di cibo e acqua potabile, ma che le operazioni di soccorso sono ostacolate dalle strade bloccate e dai ponti crollati, oltre che dalle linee di comunicazione interrotte.

Il 14 settembre il capo della giunta militare al potere, Min Aung Hlaing, aveva chiesto l’aiuto della comunità internazionale, una decisione a sorpresa visto che in passato la Birmania aveva respinto gli aiuti umanitari provenienti dall’estero.

Nel 2023, per esempio, in occasione del passaggio del ciclone Mocha, aveva sospeso le autorizzazioni alle ong umanitarie internazionali.

Finora l’India è stato l’unico paese ad attivarsi, inviando dieci tonnellate di cibo, medicinali e vestiti.

Più vicino alla costa

Le alluvioni e le frane hanno aggravato la crisi umanitaria in Birmania, dove vari gruppi etnici ribelli si battono contro la giunta militare al potere dal 2021. Il conflitto ha costretto più di 2,7 milioni di persone a lasciare le loro case.

Nel 2008 il passaggio del ciclone Nargis sulla Birmania aveva causato più di centomila morti.

Secondo uno studio pubblicato a luglio, a causa del cambiamento climatico i tifoni si stanno formando più vicino alla costa rispetto al passato, oltre a essere più intensi e duraturi.