L’Amazzonia, che ha un’importanza fondamentale nella lotta al riscaldamento globale, ha perso in meno di quarant’anni un’area grande come la Francia e la Germania messe insieme, secondo uno studio a cui l’Afp ha avuto accesso il 23 settembre.
La più grande foresta tropicale del pianeta ha perso il 12,5 per cento della sua superficie tra il 1985 e il 2023, secondo i dati satellitari analizzati dalla Rete amazzonica d’informazione socioambientale e geografica (Raisg), un collettivo di ricercatori e ong.
In questo periodo più di 88 milioni di ettari di foresta sono stati distrutti in Brasile, Bolivia, Perù, Ecuador, Colombia, Venezuela, Guyana, Suriname e Guyana Francese, nonostante l’Amazzonia svolga un ruolo essenziale per la stabilità del clima assorbendo grandi quantità di anidride carbonica.
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Secondo lo studio, nella maggior parte dei casi la deforestazione è dovuta all’espansione delle attività minerarie e agricole.
Le aree dedicate all’estrazione mineraria sono aumentate del 1.063 per cento, quelle dedicate all’agricoltura del 598 per cento e quelle dedicate all’allevamento del 297 per cento.
“Molti ecosistemi sono scomparsi per fare posto a pascoli, coltivazioni (soprattutto di soia) e miniere d’oro”, si legge nello studio.
“La distruzione dell’Amazzonia aumenta la concentrazione di carbonio nell’atmosfera, con conseguenze potenzialmente devastanti per il ciclo idrologico e il clima”, ha spiegato all’Afp Sandra Ríos Cáceres, dell’Istituto per il bene comune, un’ong peruviana che ha partecipato allo studio.
Ríos sostiene che la distruzione dell’Amazzonia sia direttamente legata “agli eventi estremi che stiamo vivendo”, e in particolare agli episodi di siccità e agli incendi che stanno colpendo vari paesi sudamericani.
Alcuni affluenti del Rio delle Amazzoni sono ai livelli più bassi da quando sono cominciate le rilevazioni, minacciando 47 milioni di persone che vivono lungo le rive.
Nonostante gli sforzi di paesi come il Brasile e la Colombia per ridurre la deforestazione, 3,8 milioni di ettari di Amazzonia sono stati distrutti nel 2023, un’area grande quasi come la Svizzera.
“Gli eventi climatici sempre più intensi e frequenti, favoriti dalla deforestazione, colpiscono quindi un’Amazzonia già indebolita, sia in termini di capacità di rigenerazione sia nel suo ruolo di regolazione del clima del pianeta”, conclude lo studio.