Il 23 settembre la corte suprema del Venezuela ha confermato un mandato d’arresto per il presidente argentino Javier Milei, prima che la giustizia argentina ordinasse a sua volta l’arresto del presidente venezuelano Nicolás Maduro.
La decisione della corte suprema venezuelana fa seguito a una richiesta del procuratore generale Tarek William Saab, il 18 settembre, di un mandato d’arresto nei confronti di Milei, oltre che della ministra della sicurezza Patricia Bullrich e della segretaria generale della presidenza Karina Milei, in relazione al caso di un aereo venezuelano sequestrato nel giugno 2022 a Buenos Aires e consegnato agli Stati Uniti.
Il mandato d’arresto non dovrebbe però avere effetti concreti, dato che il presidente ultraliberista argentino deve semplicemente evitare di mettere piede in Venezuela.
I tre sono accusati di furto aggravato, riciclaggio, privazione illegale della libertà e interferenza illecita con il funzionamento dell’aviazione civile.
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Il caso risale all’8 giugno 2022, quando la giustizia argentina aveva bloccato al suolo un aereo cargo venezuelano. I diciannove membri dell’equipaggio erano stati arrestati e poi rilasciati. Tra loro c’erano cinque iraniani, uno dei quali, secondo Washington, era un ex comandante dei Guardiani della rivoluzione, un’organizzazione che gli Stati Uniti considerano terroristica.
Washington aveva poi chiesto il sequestro dell’aereo, sostenendo che fosse stato venduto nell’ottobre 2021 alla Emtrasur, una filiale della compagnia aerea statale venezuelana Conviasa, dalla compagnia iraniana Mahan Air, in violazione delle sanzioni statunitensi.
L’Argentina, infine, aveva consegnato l’aereo agli Stati Uniti nel febbraio 2024, dopo l’insediamento di Milei come presidente.
La sera del 23 settembre la giustizia argentina ha reagito ordinando l’arresto di Maduro, in base al principio della giurisdizione universale, nell’ambito di un’inchiesta su presunti crimini contro l’umanità commessi dal regime venezuelano.
Secondo la stampa locale, la corte federale di Buenos Aires ha trasmesso il mandato d’arresto all’Interpol.
Oltre a Maduro, la giustizia argentina ha chiesto l’arresto del ministro dell’interno Diosdado Cabello e di altri trenta funzionari venezuelani.
“È ampiamente dimostrato che in Venezuela esiste un piano sistematico di repressione, sparizioni forzate, torture e omicidi contro una parte della popolazione”, si legge nel testo del mandato d’arresto.
Maduro e Milei si trovano su fronti ideologici contrapposti e si criticano e insultano regolarmente.
Il 29 luglio il Venezuela aveva rotto le relazioni diplomatiche con sette paesi latinoamericani, tra cui l’Argentina, che non avevano riconosciuto la vittoria di Maduro nelle presidenziali del 28 luglio, denunciando brogli.