La Duma, la camera bassa del parlamento russo, ha approvato il 25 settembre in prima lettura un progetto di legge che vieta ai cittadini di paesi che autorizzano la transizione di genere di adottare bambini in Russia.
Negli ultimi anni il presidente Vladimir Putin ha promosso una svolta ultraconservatrice nelle questioni sociali, vista anche come uno strumento di lotta contro l’occidente.
Il divieto riguarda i cittadini di paesi che consentono “il cambiamento di sesso attraverso interventi medici, compreso l’uso di farmaci, e la modifica del genere nei documenti d’identità”.
“L’obiettivo è impedire l’adozione di bambini russi da parte di esponenti della comunità lgbt”, si legge nel testo esplicativo che accompagna la legge.
Il progetto di legge è stato approvato in prima lettura con 397 voti a favore e uno solo contrario.
“Con questa legge proteggiamo i bambini”, ha affermato dopo il voto il presidente della Duma Vjačeslav Volodin.
I deputati che hanno promosso l’iniziativa sostengono di voler impedire ai genitori adottivi di “cambiare sesso” o di “cambiare sesso ai bambini adottati”, che, secondo loro, “devono essere cresciuti in famiglie tradizionali”.
Nel luglio 2023 la Russia aveva adottato una legge che vieta la transizione di genere e impedisce alle persone transgender di accedere all’adozione.
Già nel 2013 Mosca aveva negato l’accesso all’adozione alle coppie straniere dello stesso sesso e ai cittadini non sposati di paesi in cui le unioni omosessuali sono legali.
Prima di entrare in vigore, il progetto di legge dovrà essere approvato tre volte dalla Duma, poi dal consiglio federale (la camera alta) e infine promulgato da Putin.
Il provvedimento non dovrebbe comunque avere grandi effetti concreti. Secondo i dati ufficiali, nel 2023 solo sei bambini russi sono stati adottati da cittadini stranieri.
Il presidente russo considera il suo paese un baluardo dei “valori tradizionali” di fronte alla “decadenza morale” dell’occidente, dovuta principalmente, secondo lui, alla tolleranza nei confronti delle persone lgbt+.
A riprova della svolta ultraconservatrice della Russia, alla fine del 2023 la corte suprema aveva messo al bando il “movimento internazionale lgbt” per “estremismo”, una formula vaga che apre la porta a pesanti pene detentive.