Gli stati dell’Unione europea hanno dato il via libera il 25 settembre al declassamento dello status di protezione del lupo, accogliendo le richieste degli allevatori nonostante le proteste delle organizzazioni ambientaliste.
L’obiettivo è passare da una “protezione rigorosa” a una “protezione semplice”, che faciliterebbe l’abbattimento dei lupi quando sono considerati troppo numerosi, con l’introduzione di quote di caccia.
Secondo fonti diplomatiche, la proposta ha ottenuto una maggioranza qualificata durante una riunione del Comitato dei rappresentanti permanenti presso l’Unione europea (Coreper), grazie al sostegno di circa quindici paesi, tra cui la Francia e la Germania.
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La ministra dell’ambiente tedesca Steffi Lemke, dei Verdi, ha superato le sue riserve. “La popolazione dei lupi è cresciuta così tanto negli ultimi anni che non possiamo più ignorare le richieste degli allevatori”, ha dichiarato.
Tuttavia, la votazione al Coreper costituisce solo un primo passo: la proposta dovrà essere approvata dalla Convenzione per la conservazione della vita selvatica e dei suoi biotopi in Europa, nota anche come Convenzione di Berna.
Dopo essere stata quasi eradicata nel novecento, la popolazione dei lupi è in aumento nell’Unione europea, con circa 20.300 esemplari in ventitré paesi nel 2023.
Questa rinascita è stata però accompagnata da tensioni con gli allevatori, che denunciano un aumento degli attacchi al bestiame.
Nell’autunno del 2023 la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il cui pony è stato ucciso da un lupo nella proprietà di famiglia in Germania, si era espressa a favore del declassamento dello status di protezione del lupo.
“La concentrazione dei branchi di lupi in alcune regioni d’Europa costituisce ormai un pericolo reale per il bestiame e, potenzialmente, per gli esseri umani”, aveva affermato, attirandosi le ire delle organizzazioni ambientaliste.
“Il declassamento dello status di protezione del lupo è una decisione politicamente motivata che non si basa sulle evidenze scientifiche”, ha dichiarato il 25 settembre Sabien Leemans, responsabile del Wwf per la biodiversità.
Nel marzo scorso undici organizzazioni ambientaliste avevano accusato la Commissione europea di “mettere a rischio la sopravvivenza non solo dei lupi, ma anche degli orsi e delle linci”.
Gli animalisti propongono di applicare le “soluzioni esistenti per la convivenza tra animali selvatici ed esseri umani”, tra cui la protezione del bestiame con cani da guardia, recinzioni e impiego di volontari.