Il 2 ottobre l’esercito ucraino ha annunciato il ritiro da Vuhledar, cedendo così alle forze di Mosca il controllo di questa cittadina della regione di Donetsk di grande importanza militare e simbolica.

La caduta di Vuhledar mette fine alla stabilità di cui questo settore del fronte aveva goduto negli ultimi due anni, e ha anche un valore simbolico per la durata della battaglia e le perdite subite.

L’esercito russo sta avanzando da mesi nella regione di Donetsk, ed è ormai molto vicino a Pokrovsk, una località chiave per la logistica ucraina.

“L’alto comando ha autorizzato il ritiro da Vuhledar per evitare perdite eccessive di uomini ed equipaggiamenti militari, e assumere così nuove posizioni difensive”, ha affermato su Telegram l’esercito ucraino.

Il 1 ottobre avevano cominciato a circolare sui social network le immagini di soldati che sventolano la bandiera russa sul tetto del municipio di Vuhledar.

L’esercito russo puntava a conquistare Vuhledar fin dalle prime settimane della guerra, cominciata il 24 febbraio 2022. I combattimenti sono stati particolarmente cruenti per le forze russe all’inizio del 2023, con la perdita di un gran numero di soldati.

La cittadina è stata bombardata senza sosta dall’esercito russo, e oggi è in gran parte distrutta. Alcuni civili hanno però rifiutato di lasciare la città.

L’esercito ucraino è sulla difensiva da più di un anno di fronte all’avanzata delle forze russe, che sono più numerose e meglio equipaggiate.

Il presidente russo Vladimir Putin ha fatto della conquista del Donbass (le regioni di Donetsk e Luhansk, nell’est dell’Ucraina) la sua priorità.

L’esercito di Kiev ha però reagito alle difficoltà lanciando ad agosto un attacco a sorpresa nella regione russa di Kursk, dove ha assunto il controllo di circa mille chilometri quadrati di territorio. Si è trattato di una grande umiliazione per il Cremlino, che per la prima volta dalla seconda guerra mondiale ha visto una parte del suo territorio occupata da un esercito nemico.

Ma quest’offensiva non sembra aver alleggerito la pressione russa nell’est dell’Ucraina.

Inoltre, Kiev non è stata autorizzata a colpire il territorio russo con missili forniti dai suoi alleati occidentali, come chiedeva il presidente Volodymyr Zelenskyj.

I paesi della Nato temono infatti di essere coinvolti in un’escalation militare, mentre Putin ha minacciato di usare le armi nucleari.

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