Il 7 ottobre la giustizia russa ha condannato lo statunitense Stephen Hubbard, 72 anni, a quasi sette anni di prigione “per aver combattuto come mercenario al servizio dell’Ucraina”. Hubbard è stato detenuto in segreto per più di due anni e il suo processo si è svolto a porte chiuse.
Lo stesso giorno un tribunale di Voronež ha condannato a sette anni e un mese di prigione un altro cittadino statunitense, Robert Gilman, che stava già scontando una pena di tre anni e mezzo.
Washington ha più volte accusato Mosca d’incarcerare cittadini statunitensi con dei pretesti per poterli poi scambiare con russi detenuti in occidente.
“Almeno mille dollari al mese”
Il caso di Hubbard è unico nel suo genere: fatto prigioniero in Ucraina il 2 aprile 2022, all’inizio dell’offensiva russa, Mosca ha reso pubblica la sua detenzione solo il 27 settembre 2024, nel primo giorno del processo.
L’uomo era presente in aula a Mosca, visibilmente provato, per la lettura della sentenza, ha riferito un giornalista dell’Afp presente sul posto.
Secondo l’accusa, all’inizio della guerra Hubbard si era unito a un battaglione ucraino composto da mercenari pagati “almeno mille dollari al mese”.
L’agenzia di stampa Tass ha precisato che Hubbard viveva dal 2014 a Izjum, nella regione ucraina di Charkiv.
La città, che prima del conflitto aveva circa 45mila abitanti, è stata occupata dalle forze russe dalla primavera del 2022 all’autunno dello stesso anno, quando è tornata sotto il controllo di Kiev in seguito alla controffensiva dell’esercito ucraino.
In un video citato dai mezzi d’informazione russi, disponibile su YouTube e datato maggio 2022, un uomo con una folta barba si presenta come Stephen Hubbard, nato a Big Rapids, nel Michigan, e parla dell’occupazione russa.
Il caso Gilman
Molti altri cittadini occidentali, soprattutto statunitensi, sono attualmente detenuti in Russia.
Tra questi c’è Robert Gilman, che nel 2022 era stato condannato a tre anni e mezzo di prigione per aver aggredito in stato d’ebbrezza un poliziotto.
Il 7 ottobre un tribunale di Voronež l’ha condannato ad altri sette anni e un mese per aver aggredito alcune guardie carcerarie.
Il 1 agosto Mosca e Washington hanno proceduto al più grande scambio di prigionieri dai tempi della guerra fredda, che ha coinvolto giornalisti e oppositori, sia russi sia occidentali, da una parte e agenti russi dall’altra.