Il riscaldamento globale sta facendo aumentare i problemi di salute in tutto il mondo, e non solo per l’incremento dei decessi legati alle ondate di caldo, secondo un rapporto annuale pubblicato dalla rivista The Lancet.
“A causa del cambiamento climatico, le persone stanno affrontando minacce senza precedenti per il loro benessere, la loro salute e la loro sopravvivenza”, si legge nel rapporto, noto come Lancet Countdown, messo a punto ogni anno dai ricercatori di varie università e agenzie delle Nazioni Unite.
Gli autori affermano che il riscaldamento globale non costituisce solo una minaccia nel lungo periodo, ma sta già causando problemi di salute diffusi e in molti casi fatali.
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Ogni giovedì le notizie più importanti sulla crisi climatica e ambientale. A cura di Gabriele Crescente.
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In particolare, sottolineano che le ondate di caldo sono sempre più frequenti, anche nelle regioni temperate del pianeta.
Tra le persone con più di 65 anni la mortalità legata al caldo è più che raddoppiata rispetto alla media degli anni novanta, secondo il rapporto, che cita altri problemi associati alle alte temperature, tra cui insonnia e ipertermia durante l’attività fisica.
Il rapporto evidenzia anche i rischi legati ad altri eventi meteorologici estremi alimentati dal riscaldamento globale, tra cui le piogge torrenziali che causano alluvioni e contaminano le reti idriche. Nel periodo 2014-2023 le regioni del mondo esposte a precipitazioni di questo tipo sono aumentate di più del 50 per cento rispetto al periodo 1961-1990.
Effetti a cascata
I ricercatori spiegano che non è però possibile analizzare separatamente tutti questi rischi sanitari e molti altri citati nel rapporto: “Probabilmente hanno effetti simultanei e a cascata, che minacciano in modo progressivo la salute e la sopravvivenza delle persone non appena la temperatura media globale aumenta di una frazione di grado”.
Riguardo al livello senza precedenti raggiunto dalle emissioni di anidride carbonica nel 2023, gli autori del rapporto mettono sotto accusa i governi e l’industria del petrolio e del gas, che continuano a investire nei combustibili fossili.
Considerano controproducenti le misure adottate per compensare l’aumento dei prezzi dell’energia innescato dall’invasione russa dell’Ucraina.
“Se non agiamo subito, il futuro sarà molto pericoloso”, ha dichiarato all’Afp Marina Romanello, la ricercatrice che ha coordinato il rapporto. “Pagheremo il tempo perso in vite umane”.