Il 31 ottobre continuano le operazioni di soccorso nel sudest della Spagna, colpita dalle più gravi alluvioni da più di cinquant’anni, che hanno causato almeno 150 morti e un numero imprecisato di dispersi.
Quasi mille soldati sono stati inviati nell’area del disastro, soprattutto nella Comunità Valenciana. Insieme a pompieri, poliziotti e soccorritori stanno cercando di localizzare eventuali sopravvissuti, prestando soccorso agli abitanti e rimuovendo i detriti.
Secondo l’ultimo bilancio fornito dalle autorità la maggior parte delle vittime si trova nella Comunità Valenciana.
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Ogni giovedì le notizie più importanti sulla crisi climatica e ambientale. A cura di Gabriele Crescente.
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Il bilancio, il più grave nel paese dalle alluvioni dell’ottobre 1973 che causarono la morte di trecento persone, “è destinato ad aggravarsi perché ci sono molti dispersi”, ha avvertito la sera del 30 ottobre Ángel Víctor Torres, ministro delle politiche territoriali.
“Le operazioni di soccorso sono entrate nella seconda fase, che consiste nel trovare i dispersi”, ha affermato la ministra della difesa Margarita Robles, aggiungendo che “al momento non sappiamo quanti sono”.
Il primo ministro Pedro Sánchez, che ha proclamato tre giorni di lutto nazionale, raggiungerà Valencia in mattinata.
All’alba del 31 ottobre, secondo i servizi di emergenza, nella Comunità Valenciana migliaia di persone erano ancora senza elettricità e molte strade erano impraticabili.
Una delle località più colpite è Paiporta, a sud di Valencia, dove sono morte circa quaranta persone, tra cui una donna con il figlio di tre mesi.
Il presidente della Comunità Valenciana, Carlos Mazón, ha dichiarato la sera del 30 ottobre che i servizi di emergenza hanno condotto “duecento operazioni di soccorso via terra e settanta via cielo”.
491 litri di pioggia
Secondo l’agenzia meteorologica spagnola Aemet, nella notte tra il 29 e il 30 ottobre in molte località della Comunità Valenciana sono caduti più di trecento litri di pioggia per metro quadrato, con un picco di 491 litri nella cittadina di Chiva. “Si tratta dell’equivalente di un anno di precipitazioni”, ha aggiunto.
Alcuni mezzi d’informazione spagnoli hanno puntato il dito contro le autorità, accusate di aver dato l’allarme in ritardo. La Protezione civile ha lanciato l’allerta solo dopo le 20 del 29 ottobre, mentre l’Aemet aveva emesso un’allerta rossa già in mattinata.
In autunno la costa mediterranea spagnola è spesso colpita dal fenomeno meteorologico della gota fría (goccia fredda), un sistema isolato di bassa pressione ad alta quota che causa piogge improvvise ed estremamente violente, che a volte durano giorni.
Secondo gli scienziati, il cambiamento climatico sta aumentando l’intensità e la frequenza degli eventi meteorologici estremi.
“Le alluvioni lampo in Spagna sono un chiaro segnale dell’aggravarsi della crisi climatica”, ha affermato Jess Neumann, che insegna idrologia all’università di Reading, nel Regno Unito.