In Florida si votava anche per un referendum che proponeva di inserire nella costituzione statale il diritto all’aborto entro le prime 24 settimane di gravidanza. La proposta non è passata: servivano i voti favorevoli del 60 per cento dei votanti, ma ci si è fermati al 57 per cento. Di conseguenza resterà in vigore il divieto di abortire dopo le prime 6 settimane di gravidanza.

Si tratta di un duro colpo per i difensori del diritto all’interruzione volontaria di gravidanza: in molti infatti speravano che la Florida, circondata da stati molto restrittivi in materia, potesse tornare a essere un rifugio per le donne del sudest degli Stati Uniti. Per il governatore dello stato è una vittoria: Ron DeSantis è contrario all’aborto.

Dopo la storica sentenza della corte suprema degli Stati Uniti che ha annullato la protezione federale dell’interruzione di gravidanza, nel 2022, il diritto di decidere in materia è tornato ai singoli stati.

La questione è stata portata in primo piano nella campagna elettorale dalla candidata democratica Kamala Harris, che si è schierata a favore dei diritti riproduttivi e ha denunciato le tragiche situazioni in cui si sono trovate alcune donne a causa di queste restrizioni.

Molte donne sono costrette a recarsi in altri stati per abortire e alcune hanno avuto gravi complicazioni di salute perché i medici spesso si rifiutano di intervenire in caso di aborto spontaneo o di altri problemi, per non essere accusati di praticare un aborto illegale.