Il 21 novembre la difesa civile della Striscia di Gaza ha annunciato che ventidue persone sono morte nella notte in un bombardamento israeliano sulla città di Gaza, mentre fonti mediche hanno riferito che decine di persone hanno perso la vita in un altro attacco nel nord del territorio palestinese.

“Possiamo confermare che ventidue persone sono morte nel bombardamento di una casa nel quartiere Sheikh Radwan, avvenuto intorno alle 21.30 del 20 novembre”, ha dichiarato all’Afp Mahmoud Bassal, portavoce della difesa civile.

Un secondo attacco condotto intorno alla mezzanotte nella zona di Beit Lahia e Jabalia ha invece causato decine di vittime, secondo fonti mediche.

L’attacco è avvenuto a poche centinaia di metri dall’ospedale Kamal Adwan, che si trova alla periferia delle due città.

Né la difesa civile né il ministero della salute di Hamas hanno ancora comunicato un bilancio preciso dei morti.

“Ci sono decine di persone sotto le macerie”, ha dichiarato all’Afp Hossam Abu Safiyeh, direttore dell’ospedale Kamal Adwan, uno dei pochi della Striscia di Gaza a essere ancora parzialmente operativo.

Sostenendo di voler impedire ad Hamas di riorganizzarsi, all’inizio di ottobre l’esercito israeliano ha lanciato una nuova grande offensiva nel nord della Striscia, che secondo il ministero della salute di Hamas ha già causato più di mille morti.

“I palestinesi che vivono nel nord del territorio sono sotto assedio e non ricevono aiuti umanitari da più di quaranta giorni”, ha affermato sul social network X Philippe Lazzarini, che dirige l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa).

Intanto, il bilancio di un bombardamento condotto il 20 novembre dall’esercito israeliano a Palmira, in Siria, è salito a 71 morti, ha affermato l’ong Osservatorio siriano per i diritti umani.

Il bombardamento ha preso di mira una riunione tra comandanti di gruppi filoiraniani, rappresentanti del movimento iracheno Al Nujaba ed esponenti del gruppo libanese Hezbollah.

Secondo l’ong, sono morti 45 siriani, 22 iracheni e quattro libanesi.

Un altro bombardamento ha preso di mira un deposito di armi alla periferia della città.