Mercoledì i parlamentari francesi hanno approvato una mozione di sfiducia del governo in carica da appena tre mesi.

Dopo tre ore e mezza di acceso dibattito in un’aula gremita, 331 deputati hanno deciso di far cadere il governo. Erano necessari 288 voti.

“A seguito della sfiducia (…) il primo ministro deve presentare le dimissioni del governo al presidente della repubblica”, ha annunciato in aula la presidente dell’assemblea nazionale, Yaël Braun-Pivet.

I deputati dei partiti di sinistra e quelli di estrema destra del Rassemblement National hanno votato insieme per sfiduciare il governo su questioni di bilancio, in un momento in cui la Francia è fortemente indebitata.

I leader delle opposizioni hanno chiarito che, oltre al governo di centrodestra di Michel Barnier, il loro obiettivo era Emmanuel Macron, anche se il futuro del presidente francese, il cui mandato dura fino al 2027, non è legato a quello del governo.

La France insoumise (il principale partito di sinistra) ha chiesto “che Emmanuel Macron se ne vada”, chiedendo “elezioni presidenziali anticipate”.

La leader dell’estrema destra francese Marine Le Pen ha dichiarato che il governo del primo ministro Michel Barnier dovrebbe cadere perché porta avanti “le scelte tecnocratiche” del presidente Macron, eletto nel 2017 e rieletto nel 2022, attualmente ai minimi storici nei sondaggi.

Barnier ha parlato prima del voto, non tanto per dissuadere i parlamentari dal votare la sfiducia, quanto per fissare una data nell’eventualità di una crisi di governo. La Francia spende 60 miliardi di euro all’anno per pagare gli interessi sul debito, più di quanto spenda per la difesa o l’istruzione superiore, ha dichiarato Barnier.

Il voto di sfiducia segue mesi di crisi, cominciata con lo scioglimento dell’assemblea nazionale voluto da Macron dopo la sconfitta del suo partito alle elezioni europee contro l’estrema destra.

La caduta del governo dopo soli tre mesi è un record dall’introduzione della costituzione francese, nel 1958.

Le due mozioni di sfiducia sono state presentate dopo che martedì il primo ministro aveva fatto ricorso all’articolo 49 comma 3 della costituzione per approvare la legge di bilancio senza una votazione all’assemblea nazionale.

Questa decisione è stata presa dopo diversi giorni di aspre discussioni sul bilancio, durante i quali Barnier ha ceduto a diverse richieste dell’estrema destra.