Il 17 novembre la Commissione europea ha annunciato l’apertura di un’inchiesta sul social network TikTok, sospettato di non aver rispettato i suoi obblighi e favorito possibili interferenze russe nelle elezioni presidenziali in Romania, che sono state annullate.

Secondo le autorità romene, il candidato di estrema destra Călin Georgescu, arrivato in testa nel primo turno del 24 novembre, avrebbe beneficiato di una campagna illecita orchestrata da Mosca, in particolare su TikTok, di proprietà dell’azienda cinese ByteDance.

“Dobbiamo proteggere le nostre democrazie dalle interferenze esterne”, ha affermato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

TikTok, che ha 175 milioni di utenti in Europa, ha respinto le accuse, definendo “efficace” il suo impegno contro la disinformazione.

Il social network per la condivisione di video è sotto pressione anche negli Stati Uniti, dove nell’aprile scorso il congresso ha approvato una legge che obbliga ByteDance a vendere TikTok entro il 19 gennaio per evitare la messa al bando della piattaforma. L’obiettivo è impedire alle autorità cinesi di spiare o manipolare gli utenti statunitensi.

“A seguito di gravi indizi d’interferenze esterne nelle elezioni presidenziali in Romania, è stata aperta un’inchiesta per stabilire se TikTok ha violato il Digital services act (Dsa)”, ha dichiarato Von der Leyen, senza menzionare direttamente la Russia.

L’inchiesta è basata su alcuni documenti dei servizi segreti romeni declassificati all’inizio di dicembre che descrivono nel dettaglio presunte interferenze russe, soprattutto sui social network.

In caso di violazioni accertate, la Commissione può imporre multe fino al 6 per cento del fatturato annuo. In caso di violazioni gravi e ripetute, alle piattaforme può essere vietato di operare nell’Unione europea.

Campagna contro gli aiuti a Kiev

Il 6 dicembre la corte costituzionale romena aveva annunciato l’annullamento delle elezioni presidenziali, il cui secondo turno era previsto l’8 dicembre.

Al primo turno del 24 novembre Georgescu, filorusso e contrario agli aiuti all’Ucraina, era arrivato in testa a sorpresa, con quasi il 23 per cento dei voti.

Georgescu aveva fatto un deciso passo avanti nei sondaggi nei giorni appena precedenti al voto, dopo che era diventata virale su TikTok una campagna contro gli aiuti a Kiev. “Il popolo romeno ha gridato forte e chiaro che vuole la pace”, aveva affermato la sera del 24 novembre, dopo l’annuncio dei risultati.