Il 9 gennaio il comandante in capo dell’esercito libanese, il generale Joseph Aoun, è stato eletto presidente della repubblica, colmando un vuoto che durava da più di due anni e che aveva contribuito ad aggravare la crisi politica ed economica del Libano.
Aoun ha ottenuto 99 voti su 128 in una seconda votazione in parlamento, dopo che nella prima votazione ne aveva ottenuti solo 71, con trenta deputati di Hezbollah e del partito alleato Amal che avevano votato scheda bianca.
Un incontro in parlamento tra Aoun e i rappresentanti dei due partiti, avvenuto tra le due votazioni, ha permesso di superare la situazione di stallo.
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Cosa succede in Medio Oriente. A cura di Francesca Gnetti. Ogni mercoledì.
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Dopo la seconda votazione Aoun si è presentato in aula in abiti civili e, tra gli applausi, ha prestato giuramento.
Il nuovo presidente dovrà ora nominare un primo ministro, che avrà il difficile compito di formare un esecutivo che ottenga la fiducia della comunità internazionale e attui le riforme necessarie per rilanciare l’economia e ricostruire il sud del paese, devastato da due mesi di guerra tra Hezbollah e Israele.
Secondo alcuni politici libanesi, la candidatura di Aoun, che ha una reputazione di onestà e imparzialità, era sostenuta dagli Stati Uniti e dall’Arabia Saudita, un peso massimo regionale.
L’elezione di Aoun è stata favorita dalle difficoltà di Hezbollah, indebolito dalla guerra e dalla caduta del regime di Bashar al Assad in Siria.
In base al sistema confessionale di condivisione del potere in vigore in Libano, la presidenza spetta a un cristiano maronita.
In passato il Libano aveva un sistema presidenziale, ma i poteri del capo dello stato sono stati fortemente ridotti dagli accordi di Taif che hanno messo fine alla guerra civile (1975-1990), a vantaggio di un consiglio dei ministri presieduto da un musulmano sunnita.
Dalla fine del mandato dell’ultimo presidente, Michel Aoun (nessuna parentela con Joseph Aoun), nell’ottobre 2022, il parlamento non era stato in grado di eleggere un nuovo capo dello stato.
Secondo alcuni analisti politici, il ruolo chiave dell’esercito nell’attuazione della tregua tra Israele ed Hezbollah, entrata in vigore il 27 novembre, è stato un fattore chiave dell’ascesa di Aoun alla presidenza.
L’accordo di cessate il fuoco prevede il dispiegamento dell’esercito libanese nel sud del paese dopo il ritiro entro sessanta giorni delle truppe israeliane, mentre Hezbollah deve ripiegare a nord del fiume Litani, smantellando le sue infrastrutture militari.