Il 15 gennaio il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol, attualmente sospeso, è stato arrestato durante un’operazione delle forze di sicurezza a Seoul, un evento senza precedenti legato al suo tentativo d’introdurre la legge marziale all’inizio di dicembre.
Dopo un primo tentativo di arrestare Yoon il 3 gennaio, fallito a causa dell’intervento del servizio di sicurezza presidenziale, gli agenti del Corruption investigation bureau (Cio) e della polizia hanno raggiunto in gran numero la residenza di Yoon prima dell’alba.
Hanno scavalcato il muro di cinta e l’hanno arrestato intorno alle 10.30 del mattino, prima di portarlo nella sede del Cio.
Iscriviti a In Asia |
Cosa succede in Asia e nel Pacifico. A cura di Junko Terao. Ogni sabato.
|
Iscriviti |
Iscriviti a In Asia
|
Cosa succede in Asia e nel Pacifico. A cura di Junko Terao. Ogni sabato.
|
Iscriviti |
Le forze di sicurezza avevano avvertito che avrebbero arrestato chiunque li avesse ostacolati.
Non era mai successo che un presidente sudcoreano in carica fosse arrestato.
“Ho deciso di rispondere al Cio, pur non riconoscendo la legittimità dell’inchiesta, per evitare un inutile spargimento di sangue”, ha affermato Yoon in un videomessaggio.
“L’arresto di Yoon è il primo passo verso il ritorno dell’ordine”, ha commentato Park Chan-dae, leader dei deputati del Partito democratico di Corea, la principale formazione d’opposizione.
“La storia ricorderà che il Cio e la polizia hanno eseguito un mandato d’arresto illegale”, ha dichiarato invece Kweon Seong-dong, leader dei deputati del Partito del potere popolare (Ppp), la formazione di Yoon.
Il presidente è sotto inchiesta per “ribellione”, un reato punibile con la pena di morte.
Il 3 dicembre Yoon, 64 anni, aveva proclamato la legge marziale, giustificandola con la necessità di “eliminare gli elementi ostili allo stato” e “proteggere il paese dalle minacce poste dalle forze comuniste nordcoreane”. Poche ore dopo aveva ritirato il provvedimento su pressione delle forze politiche e di migliaia di manifestanti.
Il 14 dicembre l’assemblea nazionale aveva approvato una mozione di messa in stato d’accusa del presidente, che aveva portato alla sua sospensione.
Il 14 gennaio, alla vigilia dell’arresto, la corte costituzionale aveva avviato l’esame dell’impeachment del presidente.
La corte avrà tempo fino a metà giugno per confermare o annullare la mozione approvata dall’assemblea nazionale.
Se almeno sei degli otto giudici confermeranno la destituzione di Yoon, nuove elezioni presidenziali saranno indette entro sessanta giorni. In caso contrario il presidente, il cui indice di popolarità è al minimo storico, dovrà essere reintegrato.