La sera del 29 gennaio un aereo di linea dell’American Airlines con 64 persone a bordo e un elicottero militare sono caduti nel fiume Potomac dopo una collisione in volo a Washington, innescando un’operazione di soccorso “estremamente difficile”.

Le autorità non hanno ancora fornito un bilancio delle vittime, ma si tratta probabilmente del più grave disastro aereo negli Stati Uniti da almeno quindici anni.

“Quest’incidente avrebbe potuto essere evitato”, ha affermato il presidente statunitense Donald Trump sul suo social network Truth Social.

L’aeroporto Ronald Reagan di Washington si trova sulle rive del Potomac, che separa la capitale federale dallo stato della Virginia.

“Entrambi i velivoli sono caduti in acqua”, ha dichiarato la sindaca di Washington Muriel Bowser durante una conferenza stampa all’aeroporto.

A bordo dell’aereo c’erano 60 passeggeri e quattro membri dell’equipaggio.

Una grande operazione di ricerca e soccorso che coinvolge polizia, vigili del fuoco e guardia costiera è in corso in piena notte sul luogo dell’incidente.

“Le condizioni sono estremamente difficili, anche per i sommozzatori, a causa del freddo intenso, dei forti venti e del ghiaccio presente sulla superficie del fiume”, ha affermato John Donnelly, capo dei pompieri di Washington.

Molti corpi sono già stati recuperati, ha rivelato il Washington Post.

Tre militari a bordo dell’elicottero

In base alle prime informazioni fornite dalla Federal aviation administration
(Faa), “un aereo Bombardier si è scontrato a media altitudine in fase di atterraggio con un elicottero Sikorsky H-60”.

L’aereo proveniva da Wichita, in Kansas, e sarebbe dovuto atterrare a Washington alle 21.

Un funzionario del Pentagono ha affermato che tre militari erano a bordo dell’elicottero, mentre una portavoce dell’esercito ha precisato che si trattava di un “volo di addestramento”.