Più di duecento civili sono stati uccisi negli ultimi tre giorni negli attacchi dei paramilitari delle Forze di supporto rapido (Rsf) nello stato del Nilo Bianco, nel sud del Sudan, ha affermato il 18 febbraio un gruppo di avvocati per la democrazia.

“Le Rsf hanno attaccato civili disarmati in aree senza presenza militare nelle località di Al Kadaris e Al Khelwat”, ha dichiarato il gruppo, che documenta le violazioni dei diritti umani commesse nel paese dall’inizio della guerra civile, nell’aprile 2023.

Secondo il gruppo, i paramilitari hanno effettuato esecuzioni sommarie, rapimenti e saccheggi, e ci sono anche centinaia di feriti e dispersi.

Molti abitanti sono stati colpiti mentre cercavano di fuggire attraverso il Nilo, e alcuni sono annegati, ha affermato il gruppo, che ha definito gli attacchi “atti di genocidio”.

La guerra civile in Sudan tra l’esercito, guidato dal capo della giunta militare Abdel Fattah al Burhan, e le Rsf, guidate da Mohamed Hamdan Dagalo, ha causato decine di migliaia di morti e più di dodici milioni di sfollati. La crisi umanitaria in corso è una delle più gravi della storia recente.

Sia l’esercito sia le Rsf sono accusate di crimini di guerra per aver deliberatamente preso di mira i civili e bloccato gli aiuti umanitari.

Lo stato del Nilo Bianco è attualmente diviso tra i due schieramenti.

L’esercito sudanese controlla la parte sud dello stato, compreso il capoluogo Rabak, nonché due grandi città e un’importante base militare.

Le Rsf controllano invece la parte nord, che confina con lo stato di Khartoum, la capitale del Sudan.

Nelle ultime settimane l’esercito ha lanciato una grande offensiva per riprendere il pieno controllo di Khartoum.

Il 16 febbraio l’Unicef (Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia) aveva lanciato un allarme sulla situazione dei civili nella capitale e dintorni, denunciando casi di famiglie separate, con bambini rapiti, tenuti in ostaggio e vittime di violenze sessuali.

“I bambini stanno vivendo un incubo, e questo deve finire”, ha dichiarato Sheldon Yett, il rappresentante dell’Unicef in Sudan.