Manifestanti a Tel Aviv, in Israele, tengono in mano la foto dell’ostaggio israeliano liberato Yarden Bibas e dei suoi due figli Kfir e Ariel, il 20 febbraio 2025. - Jack Guez, Afp
Manifestanti a Tel Aviv, in Israele, tengono in mano la foto dell’ostaggio israeliano liberato Yarden Bibas e dei suoi due figli Kfir e Ariel, il 20 febbraio 2025. (Jack Guez, Afp)

Il 21 febbraio il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha accusato Hamas di aver commesso una “crudele violazione” della tregua non avendo restituito i resti di Shiri Bibas, una degli ostaggi deceduti. Netanyahu ha annunciato che Israele agirà “con determinazione” per riportare i suoi resti a casa.

“Agiremo con decisione per riportare a casa Shiri e tutti i nostri ostaggi, vivi e morti, e faremo in modo che Hamas paghi un prezzo elevato per questa crudele e perversa violazione dell’accordo”, ha affermato Netanyahu in una dichiarazione video, attaccando duramente il movimento islamista palestinese.

Il 21 febbraio Hamas ha restituito i resti di quattro ostaggi, dopo aver indicato che si trattava dei corpi di Shiri Bibas e dei suoi due figli, che al momento del rapimento avevano quattro anni e nove mesi, e quelli di una persona anziana.

Mentre l’identità dei figli di Bibas e dell’ostaggio di 83 anni è stata confermata dalle analisi dell’istituto forense di Tel Aviv, il quarto corpo non era quello di Shiri Bibas, secondo quanto affermato dai funzionari israeliani, citando i risultati dell’istituto di anatomia patologica.

Un portavoce dell’esercito ha dichiarato che i medici legali hanno concluso che il corpo consegnato da Hamas non era quello della giovane donna. Netanyahu ha dichiarato che il corpo di “una donna di Gaza” è stato messo in una bara al posto di quello di Shiri Bibas.

La famiglia Bibas è stata rapita durante l’attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre 2023, che ha scatenato l’operazione militare di Israele nella Striscia di Gaza.

Le immagini, filmate e trasmesse dai commando di Hamas durante il rapimento di Shiri Bibas, 34 anni, e dei suoi figli Ariel, che all’epoca aveva quattro anni, e Kfir, di nove mesi, davanti alla loro casa al confine con la Striscia di Gaza, hanno fatto il giro del mondo.

Yarden Bibas, padre di Ariel e Kfir e marito di Shiri, è stato rilasciato il 1 febbraio in uno scambio di ostaggi con i prigionieri palestinesi nell’ambito della tregua entrata in vigore il 19 gennaio a Gaza.

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Il 21 febbraio, secondo quanto riportato dal suo ufficio, il primo ministro israeliano Netanyahu ha ordinato anche “un’intensa operazione contro i centri del terrorismo” in Cisgiordania dopo una serie di esplosioni su alcuni autobus avvenuta la sera del 20 febbraio a Bat Yam, nel centro del paese.

Netanyahu ha inoltre ordinato alla polizia e all’intelligence di “intensificare le attività per prevenire” questi attacchi.

La sera del 20 febbraio la polizia israeliana ha segnalato esplosioni su tre autobus a Bat Yam. Secondo il sindaco, Tzivka Brot, non ci sono stati feriti. Altri due dispositivi sono stati disinnescati.

Il ministro della difesa israeliano Israel Katz ha accusato “organizzazioni terroristiche palestinesi” di essere dietro le esplosioni e ha affermato di aver ordinato all’esercito di intensificare la sua offensiva, in particolare nei campi profughi.

In seguito alle esplosioni, sono state dispiegate ingenti forze di polizia per ricercare i sospettati, ha affermato la polizia. Le immagini trasmesse dai canali televisivi israeliani mostrano un autobus bruciato e un altro in fiamme. Secondo quanto riportato dai mezzi d’informazione israeliani, agli autisti di autobus di tutto il paese è stato chiesto di fermare i propri mezzi e di ispezionarli per verificare la presenza di eventuali ordigni esplosivi.

Il comandante della polizia israeliana, Haim Sargarof, ha dichiarato in una conferenza stampa che i dispositivi usati per innescare le esplosioni erano simili a quelli trovati in Cisgiordania, occupata da Israele dal 1967.