Il 20 marzo il presidente statunitense Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo il cui obiettivo è “eliminare” il dipartimento dell’istruzione.
In una sala della Casa Bianca trasformata in aula scolastica, circondato da bambini, Trump ha avviato lo smantellamento del dipartimento, creato nel 1979 dal presidente democratico Jimmy Carter.
La segretaria all’istruzione Linda McMahon, ex presidente e amministratrice delegata dell’azienda di wrestling Wwe, “avrà il compito di cominciare a eliminare il dipartimento una volta per tutte”, ha affermato Trump.
“Spero che McMahon sia l’ultima segretaria all’istruzione nella storia degli Stati Uniti”, ha aggiunto.
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L’11 marzo il dipartimento dell’istruzione aveva annunciato il licenziamento di quasi il 50 per cento del personale, con una riduzione della forza lavoro da poco più di 4.100 effettivi a circa 2.200.
“Il presidente vuole restituire il denaro ai singoli stati, eliminando la burocrazia di Washington”, ha dichiarato McMahon.
Il presidente statunitense non aveva mai fatto mistero della sua volontà di abolire il dipartimento dell’istruzione, accusato di promuovere idee progressiste.
Il leader della minoranza democratica al senato, Chuck Schumer, ha reagito all’ordine esecutivo chiedendo al sistema giudiziario di attivarsi immediatamente per “mettere fine a questo colpo di forza tirannico”, definendo il provvedimento “uno dei più distruttivi e devastanti mai promossi da Trump”.
Il dipartimento dell’istruzione non potrà però essere completamente smantellato senza una legge approvata dal senato con una maggioranza qualificata di sessanta voti, mentre i repubblicani dispongono attualmente di 53 seggi.
Ma Trump e il suo alleato Elon Musk, che dirige una commissione per l’efficienza governativa, hanno già avviato lo smantellamento di altre strutture federali senza attendere il via libera del congresso.
Negli Stati Uniti il sistema dell’istruzione è ampiamente decentralizzato, ma il governo federale mantiene una certa influenza attraverso i fondi che stanzia, in particolare per le scuole in aree povere o per i bambini con difficoltà di apprendimento.
Trump ha già sospeso vari finanziamenti alle scuole, tra cui quelli legati alle politiche per la diversità e l’inclusione.
Negli ultimi anni in alcuni stati della cosiddetta bible belt, nel sudest degli Stati Uniti, i contenuti educativi relativi alla schiavitù sono stati modificati e i romanzi che trattano di omosessualità o razzismo sono stati ritirati dalle biblioteche scolastiche.
Oltre che dal Partito democratico, lo smantellamento del dipartimento dell’istruzione è contestato dai sindacati degli insegnanti e da molti genitori, che lo considerano un attacco senza precedenti all’istruzione pubblica.
“Signor presidente, ci vediamo in tribunale”, ha affermato sul social network X Randi Weingarten, che dirige il sindacato degli insegnanti Aft.