Almeno 52 persone sono morte in due attacchi condotti la sera del 13 aprile nello stato di Plateau, nel centro della Nigeria, dove le violenze intercomunitarie sono molto diffuse, ha dichiaratro il 14 aprile all’Afp un funzionario della Croce rossa.

Gli attacchi sono avvenuti nei villaggi di Zike e Kimakpa, dieci giorni dopo episodi simili che avevano causato più di quaranta morti nella stessa zona.

Le violenze intercomunitarie nello stato di Plateau oppongono solitamente gli allevatori peul di religione musulmana agli agricoltori prevalentemente cristiani.

“Finora abbiamo trovato 52 corpi, ma il bilancio non è definitivo”, ha dichiarato il funzionario della Croce rossa, che ha chiesto di restare anonimo, aggiungendo che decine di persone sono rimaste ferite e che circa trenta case sono state incendiate.

L’ong Amnesty international ha invece fornito un bilancio di 54 morti, sottolineando che centinaia di persone sono state costrette a lasciare le loro case.

“Gli assalitori sono entrati nel villaggio e hanno cominciato a sparare alla cieca. Hanno ucciso un gran numero di persone e incendiato le case”, ha dichiarato all’Afp Dorcas John, un’abitante del villaggio di Zike.

John Adamu, residente a Kimakpa, l’altro villaggio attaccato, ha riferito di aver sentito tantissimi spari. “Qui hanno ucciso almeno 39 persone”, ha aggiunto.

Le autorità locali non hanno ancora identificato gli autori degli attacchi né fornito informazioni sulle loro motivazioni.

Le violenze nello stato di Plateau sono solo una delle tante minacce alla sicurezza che deve affrontare Bola Tinubu, il presidente della Nigeria, il paese più popoloso dell’Africa.

Tinubu ha dichiarato in un comunicato di aver chiesto alle forze di sicurezza d’identificare al più presto i responsabili degli attacchi nello stato di Plateau. “Non possiamo permettere che queste violenze insensate continuino”, ha aggiunto.

Con l’aumento della popolazione, la superficie dei terreni agricoli si sta estendendo a scapito dei pascoli, che sono messi a dura prova dal cambiamento climatico.

Anche le attività minerarie illegali e le divergenze politiche contribuiscono ad aggravare le tensioni.