Il prossimo passo della rivoluzione digitale sarà la creazione di una internet delle cose, una rete globale di oggetti interconnessi, accessibili attraverso protocolli di comunicazione standard. Nel 2020 potrebbero essere 30 miliardi gli oggetti collegati a internet, ognuno dei quali richiede energia. Per stimare il consumo potenziale di questa rete, secondo Science, bisogna considerare quattro aspetti.

Il primo è il consumo di energia dei dispositivi, che potrebbe diminuire. Le case intelligenti, con sistemi di controllo della temperatura e della luce, potrebbero migliorare il risparmio energetico. Un secondo aspetto è il consumo di energia per lo scambio di dati. I singoli dispositivi comunicano infatti con i centri di elaborazione. Non è facile stimare il fabbisogno energetico di questa infrastruttura, ma potrebbe essere superiore a quello attuale. Un terzo aspetto è la produzione di nuovi dispositivi digitali. L’aumento del consumo energetico legato alla maggiore produzione di elettrodomestici intelligenti potrebbe superare il risparmio garantito da sistemi più efficienti.

Infine, bisogna considerare il cambiamento delle abitudini. Per esempio, la diffusione delle automobili che si guidano da sole potrebbe paradossalmente portare a un aumento delle distanze percorse e quindi a maggiori consumi di carburante. La progettazione dell’internet delle cose dovrebbe tener conto di tutti questi fattori per evitare consumi eccessivi.

Questo articolo è uscito sul numero 1305 di Internazionale. Compra questo numero|Abbonati

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