Nei mesi che precedettero la fine della seconda guerra mondiale, Praga fu al centro di un’ultima grande offensiva in cui si scontrarono le truppe tedesche e quelle sovietiche. Era il maggio del 1945 e al termine della battaglia Josef Sudek andò in giro per la città per documentarne la distruzione.

Già nel febbraio dello stesso anno era stata colpita per sbaglio dagli alleati, e Sudek cominciò a fotografare i resti dell’attacco. Prima di allora, Praga era stata praticamente risparmiata dalle offensive sul continente europeo.

Considerato il “poeta di Praga”, Josef Sudek (1896-1976) rivolse lo stesso sguardo sensibile e malinconico riservato a spazi vuoti, notturni e solitari per raccontare il presente doloroso e caotico della sua città. Una parte di queste immagini sono state conservate dall’Istituto di storia dell’arte dell’Accademia delle scienze di Praga, che ha scelto una quarantina di scatti inediti per la mostra Josef Sudek: Topografia delle macerie. Praga 1945, allestita nel museo di Roma in Trastevere e che resterà aperta fino al 16 settembre.

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