Nella serie Green porno Isabella Rossellini usa costumi e scenografie per spiegare come fanno sesso gli insetti. Guardarla suscita un senso di meraviglia infantile e ci ricorda quanto ci sia da imparare se guardiamo oltre le nostre faccende quotidiane. Erin Birgy, nota come Mega Bog, ha lo stesso sguardo privilegiato: il suo sesto album è strano e sensuale. Negli anni ha scritto dalla prospettiva di alieni, animali o umani a tre occhi; nella sua musica si avventura in territori intricati, giocosi e contraddittori. Life, and another è ambientato sulla Terra, descritta come un pianeta bizzarro in cui la realtà è impregnata di magia. La musicista statunitense scrive senza prendersi sul serio, ma con rigore. È evocativa e divertente, crea immagini piccole e perfette. Ma quello che spicca è soprattutto il suo registro emotivo. Quando parla della vita e della morte sembra sia una bambina sognatrice sia un’anziana saggia. Come in Green porno, Birgy riesce a raccontare le bestioline più informi come delle creature affascinanti davanti a cui meravigliarsi.
Sophie Kemp,
Pitchfork
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Questo articolo è uscito sul numero 1423 di Internazionale, a pagina 92. Compra questo numero | Abbonati