Nel vertice tra il presidente statunitense Joe Biden e quello messicano Andrés Manuel López Obrador, che si è svolto a Città del Messico il 9 gennaio, le questioni in ballo erano tante (dal ruolo dei cartelli messicani nell’epidemia di oppioidi negli Stati Uniti al commercio tra i due paesi, fino alla lotta alla crisi climatica), ma il tema più urgente era l’immigrazione. “Biden, sotto pressione nel suo paese a causa dell’aumento di migranti fermati al confine – al momento circa ottomila al giorno –, ha ottenuto da Obrador la promessa di accogliere 30mila persone al mese espulse dagli Stati Uniti”, spiega la Cnn. Questa misura fa parte di un nuovo piano sull’immigrazione. “Aumenteranno gli haitiani, i cubani, i nicaraguensi e i venezuelani accolti, a patto che conoscano qualcuno negli Stati Uniti che possa garantire per loro a livello economico. Ma per gli altri migranti sarà ancora più difficile entrare nel paese, e molti saranno subito rimandati in Messico”. Il piano è stato criticato dalle organizzazioni per i diritti umani, perché elude leggi e trattati consolidati che danno ai migranti il diritto di presentare domanda di asilo quando arrivano negli Stati Uniti. Inoltre il fatto che i migranti debbano avere un contatto nel paese per poter entrare impedirà a tante persone di presentare la richiesta.

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Questo articolo è uscito sul numero 1494 di Internazionale, a pagina 25. Compra questo numero | Abbonati