Come gli avvoltoi si nutrono delle carogne, i morti possono consumare i vivi. Lutti, risentimenti e traumi echeggiano attraverso le generazioni. I fantasmi affamati del romanzo di Kevin Jared Hosein sono quelli dei lavoratori indiani spediti a Trinidad per lavorare nelle piantagioni di canna da zucchero, una conseguenza dell’abolizione della schiavitù da parte dell’impero britannico, nel 1833. Nel solco di altri scrittori indiani di Trinidad, come V.S. Naipaul e Sam Selvon, Hosein affronta la storia di questo lavoro “forzato”. Negli anni quaranta tra gli immigrati di Trinidad sopravvivono antichi rituali di cremazione. La famiglia di Hema vive in un dormitorio sulla riva di un fiume “nero per le ceneri dei bambini”. Quando la piccola Hema muore e viene cremata, torna come fantasma, alla guida di un gruppo di spettri come lei. Sono affamati e girano in cerchio sopra i vivi come avvoltoi. E in tal modo si rifiutano di soccombere anche all’oblio. Per quanto tutto questo possa sembrare cupo, lo stile coraggioso dell’autore illumina la storia.
The Economist
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Questo articolo è uscito sul numero 1501 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati