Il 28 febbraio a Bruxelles il presidente serbo Aleksandar Vučić e il premier kosovaro Albin Kurti hanno firmato un accordo per normalizzare i rapporti tra i due stati. L’intesa, negoziata con il supporto dell’Unione europea, prevede che le due parti accettino la reciproca validità di documenti e simboli nazionali, tra cui passaporti, targhe e timbri doganali. Belgrado non riconoscerà il Kosovo, ma non si opporrà alla sua adesione alle organizzazioni internazionali, mentre Pristina s’impegna a garantire un certo livello di autonomia alla minoranza serba. “A questo punto”, scrive il croato Jutarnji List, “è necessaria un’attenta vigilanza di Unione europea e Stati Uniti. Basta che Bruxelles si distragga un po’, e Belgrado e Pristina troveranno qualche motivo per non rispettare gli impegni presi e ricominciare con accuse e recriminazioni”.
Il 28 febbraio a Bruxelles il presidente serbo Aleksandar Vučić e il premier kosovaro Albin Kurti hanno firmato un accordo per normalizzare i rapporti tra i due stati. L’intesa, negoziata con il supporto dell’Unione europea, prevede che le due parti accettino la reciproca validità di documenti e simboli nazionali, tra cui passaporti, targhe e timbri doganali. Belgrado non riconoscerà il Kosovo, ma non si opporrà alla sua adesione alle organizzazioni internazionali, mentre Pristina s’impegna a garantire un certo livello di autonomia alla minoranza serba. “A questo punto”, scrive il croato Jutarnji List, “è necessaria un’attenta vigilanza di Unione europea e Stati Uniti. Basta che Bruxelles si distragga un po’, e Belgrado e Pristina troveranno qualche motivo per non rispettare gli impegni presi e ricominciare con accuse e recriminazioni”.
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Questo articolo è uscito sul numero 1501 di Internazionale, a pagina 22. Compra questo numero | Abbonati