Negli istanti iniziali di Gaso-line rainbow, un ragazzo rivela la sua speranza di trovare un luogo che gli “strani” come lui possano chiamare casa. Un inizio del genere può sollevare qualche dubbio di originalità: il cliché del liceale outsider è stato rivisitato all’infinito. Presentato come il film on theroad della generazione Z, Gaso-line rainbow ripropone immagini familiari degli appena diplomati Makai, Micah, Nathaly, Nichole e Tony in viaggio attraverso l’Oregon per un’ultima avventura insieme: canti di gruppo, feste intorno al fuoco e teste che si sporgono dal finestrino per assaporare la brezza estiva e il dolce richiamo della libertà. Ci muoviamo in un nuovo territorio quando un incidente mette fuori uso il loro scassato furgone e il gruppo si trova in mezzo al deserto, in cerca di una strada da seguire. I fratelli Ross si sono fatti un nome mescolando documentario e finzione, per il loro cinema verità sciolto e libero. Uno stile che sanno adattare perfettamente alla loro prima opera dichiaratamente di finzione. I ritratti degli adolescenti si costruiscono un po’ per volta e finiscono per dare l’immagine di un’America ansiosa e instabile, dove però non è poi così impossibile trovare delle sacche di gentilezza e bontà.
Rebecca Liu, The Guardian
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Questo articolo è uscito sul numero 1567 di Internazionale, a pagina 106. Compra questo numero | Abbonati