Questo è il terzo album in altrettanti anni degli Smile, il progetto parallelo di Thom Yorke e Jonny Greenwood dei Radiohead. Cutouts è nato dalle stesse session che avevano prodotto Wall of eyes, uscito a gennaio. La strategia non è diversa da quella di Kid A e Amnesiac, album paralleli pubblicati a meno di un anno di distanza. Yorke e Green­wood sono artisti prolifici, quindi i tentativi di comprendere la loro produzione contemporanea confrontandola con quello che hanno fatto un quarto di secolo fa potrebbero sembrare folli. Ma quegli album forniscono un caso di studio. Come Amnesiac, Cutouts inizialmente sembra un ascolto più impegnativo di Wall of eyes, dando priorità all’atmosfera rispetto alla tradizionale scrittura di canzoni. L’album si apre con due brani simili a un lamento funebre: Foreign spies è un’ode cupa a un “bellissimo mondo lastricato d’oro” distrutto dall’arroganza dell’umanità, mentre Instant psalm rinuncia all’elettronica per un’atmosfera più terrena. Cutouts trova anche nuove strade da percorrere: Colours fly riflette la crescente immersione di Green­wood nella musica mediorientale, mentre i fiati ricordano Blackstar di David Bowie. La conclusiva Bodies laughing ha una struttura irregolare che non si risolve mai, ma è bella in modo sorprendente. Un discorso che probabilmente può valere per tutta la produzione degli Smile.
Lewie Parkinson-Jones, Slant

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Questo articolo è uscito sul numero 1583 di Internazionale, a pagina 102. Compra questo numero | Abbonati