Nei primi anni in cui Phil Elverum scriveva canzoni con il progetto The Microphones e poi come Mount Eerie, sembrava che il tempo e lo spazio fossero le uniche cose che prendeva in considerazione nel suo lavoro. Viveva, e vive ancora, nella campagna di Washington, abbastanza lontano dal resto del mondo (in particolare dall’altra Washington, quella della politica) per sentire che la natura e il ciclo della vita erano le uniche cose con un significato per lui. Poi ha avuto un incontro violento con la verità quando la sua compagna di lunga data e madre di suo figlio, Geneviève Castrée, è morta di cancro. Improvvisamente la morte è diventata una cosa reale. Per reazione, ha ridotto la sua musica alle immagini più scarne in album toccanti come A crow looked at me e Now only. Le sue uscite più recenti avevano mostrato un graduale ritorno alla musica più semplice e voluminosa che faceva prima della scomparsa di Castrée. Negli 81 minuti di Night palace, il suo primo album in quattro anni, possiamo dire che la natura lo sta guarendo. Night palace è il suo lavoro più vario finora, e passa da momenti acustici a passaggi quasi black metal.
Rob Hakimian, Beats Per Minute
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Questo articolo è uscito sul numero 1588 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati