La leggenda vuole che le sette isole che formano l’arcipelago toscano siano nate dalle perle che Afrodite, la dea greca dell’amore, perse nel Tirreno. I panorami mozzafiato e la vicinanza a Roma, che dista circa duecento chilometri, fecero dell’arcipelago una popolare località di villeggiatura per i ricchi dell’antica Roma. In tutte le isole ci sono le rovine di ville e giardini costruiti all’epoca vicino al mare. Ancora oggi questi luoghi hanno grande fascino. Molte delle meraviglie naturali e storiche sono conservate nel parco nazionale dell’arcipelago toscano, uno dei più grandi parchi marini d’Europa. Per alcuni di questi siti l’accesso è consentito a un numero limitato di persone. L’intera area è stata designata riserva della biosfera dell’Unesco, e in molte zone le attività ricreative sono sottoposte a delle regole. Ma come ho scoperto durante la mia visita la scorsa estate, c’è ancora spazio per l’avventura.
L’isola d’Elba, la più grande, è raggiungibile con il traghetto dalla città portuale di Piombino (il viaggio dura dai venti minuti a un’ora, a seconda del tipo di nave e della destinazione sull’isola). L’Elba è nota per essere il luogo in cui Napoleone Bonaparte trascorse dieci mesi in esilio prima di fuggire durante una festa in maschera. La sua permanenza sull’isola è ampiamente documentata da targhe e da un museo allestito nella modesta casa in cui visse, adiacente a una delle più grandi fortezze rinascimentali rimaste nel Mediterraneo. Negli ultimi anni l’Elba è diventata anche una meta rinomata per gli appassionati di sport all’aria aperta. Nel corso della mia visita ho assistito a una sfilata di auto decappottabili d’epoca della Fiat e al campionato del mondo di mountain bike al Capoliveri bike park, uno dei percorsi più celebri d’Europa. Tra gli spettatori c’erano anche appassionati di ciclismo con biciclette costose e tute elasticizzate coordinate per colore.
Il giro in bici
L’isola di Montecristo, sfondo del capolavoro del romanziere Alexandre Dumas, è raggiungibile dai turisti solo con delle visite guidate. Ma vista da diversi punti dell’Elba, la sua eterea rupe che emerge dal mare è uno spettacolo memorabile. Ci sono poi isole che sono state a lungo colonie penali, come Pianosa. La prigione è stata chiusa decenni fa, oggi sull’isola sono ammesse circa 450 persone al giorno e si possono fare una serie di attività con la guida, tra cui kayak, snorkeling, escursioni e visite alle catacombe d’epoca romana. Inoltre, ci sono un piccolo albergo e un ristorante.
Ho partecipato a un’escursione in mountain bike, passando davanti a edifici penitenziari abbandonati di epoche diverse, tra cui quello in cui furono rinchiusi i boss della mafia e i terroristi delle Brigate rosse. Ho assaporato il profumo della macchia mediterranea evitando che la bici uscisse fuori da un sentiero accidentato lungo la costa. La guida ci ha indicato un’erba marina di colore grigio, che a suo dire nel corso dei secoli è stata per lo più al riparo dagli esseri umani.
Nell’isola di Giannutri e in quella di Gorgona le visite consentite sono ancora meno che a Pianosa. A Giannutri per via delle aree naturali protette, all’isola di Gorgona, la più piccola e quella più a nord, perché c’è una colonia penale agricola e i turisti devono essere accompagnati da una guida. Al Giglio ci sono tre piccoli paesi e poche infrastrutture turistiche, mentre Capraia, costituita soprattutto da una natura selvaggia e collinare, ospita alcuni piccoli alberghi.
La maggior parte del tempo l’ho trascorso all’Elba, dove ho fatto snorkeling sopra banchi di pesci trasparenti quasi quanto l’acqua. Ho anche camminato, incontrando solo pochi escursionisti lungo creste vertiginose dove potevo ammirare i pendii e il mare da entrambi i lati. Ho scoperto spiagge vuote nascoste in insenature accessibili solo in barca o con faticose camminate, circondate da ripidi promontori. Per quanto a volte mi sembrasse di essere in un posto sperduto, non ero mai a più di un’ora o due di cammino da un buon ristorante sulla spiaggia, in cui gustare un piatto di pasta o di pesce. Oppure ero abbastanza vicino a una piazza in cui poter bere un cappuccino e osservare i passanti.
La fortezza
Manfred, un amico veneziano, per fuggire dai tanti turisti della sua città si è trasferito a Rio nell’Elba, un paese sulla costa. Lì c’è il museo archeologico del distretto minerario, dove ho imparato che le rocce ferrose incontrate durante le mie escursioni erano state fondamentali per ricavare il ferro delle armi degli eserciti romani e di quelli italiani più moderni.
Uno dei percorsi escursionistici più frequentati e impegnativi porta al castello del Volterraio, costruito nel medioevo e successivamente ampliato dai pisani, che si dimostrò inespugnabile di fronte alle continue incursioni dei saraceni e delle varie potenze dell’Europa occidentale, in lotta per il controllo di questo arcipelago così strategico.
Il castello offre un panorama stupendo, ma se tornerò a visitarlo farò il sentiero tradizionale. Ho seguito una coppia di svizzeri molto sportivi lungo una scorciatoia e sono quasi crollato a terra per colpa delle vertigini.
Dopo una giornata di faticose escursioni in bicicletta o a piedi, seguite da una nuotata in mare, finivo spesso nell’unico ristorante che si affaccia sulla vivace piazza di Rio nell’Elba. Dalla piazza la mia vista abbracciava i campi, la baia scintillante molto più in basso e il tramonto che rendeva più intense le tonalità verdi delle montagne ricche di boschi. Una vista così probabilmente è stata fonte d’ispirazione per gli antichi romani che venivano qui in vacanza. Si spera che, grazie alle norme ambientali dell’arcipelago, queste isole rimarranno altrettanto attraenti per le future generazioni di ciclisti in tuta elasticizzata. ◆ ff
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Questo articolo è uscito sul numero 1467 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati