Ho 16 anni e sono lesbica. Qualche mese fa ho fatto coming out con i miei genitori, che non l’hanno presa neanche troppo male, ma da quel giorno non hanno mai più aperto il discorso e ora io mi sento in difficoltà a riaprirlo. Devo aspettare che siano pronti a parlarne loro? –Ketty
C’è un momento della vita in cui i figli scoprono che i genitori non sono perfetti. Finisce la fase di idealizzazione e capiscono che sono umani, con tutti i loro limiti e difetti. È un passaggio importante e naturale, che aiuta a crescere. Ma a volte c’è una tappa successiva, che può essere traumatica: quando scopri che i tuoi genitori si comportano in modo ingiusto con te. Conosco tante persone lgbt+ a cui è successo: si va da genitori che non sono in grado di gestire l’orientamento sessuale o l’identità di genere dei figli, fino a chi decide di cacciarli di casa. Le conseguenze sono molto diverse a seconda del grado di rifiuto che i genitori esprimono, ma si tratta comunque di un rifiuto e crea sempre ferite profonde. Se un genitore non è in grado di amare e sostenere il figlio o la figlia per com’è, non sta facendo il suo dovere. Tu hai 16 anni, attraversi una fase delicata e dovrebbero essere loro a preoccuparsi di te, non viceversa. Poi puoi decidere di ribaltare le responsabilità e aiutarli nel processo di comprensione dell’omosessualità. Proprio quando avresti più bisogno di loro, ti ritrovi a fargli da genitore. Succede a molti purtroppo. Ma è importante che tu tenga presente che non dovrebbe andare così e che non devi sentirti in dovere di tranquillizzarli sulla tua omosessualità.
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Questo articolo è uscito sul numero 1570 di Internazionale, a pagina 12. Compra questo numero | Abbonati