Editoriali

Il coraggio di un dissidente

La condanna del dissidente Vladimir Kara-Murza a 25 anni di carcere duro mostra nella maniera più agghiacciante cos’è diventata la Russia. A causa di tre discorsi contro la guerra in Ucraina è stato riconosciuto colpevole di alto tradimento, diffusione di notizie false sulle forze armate e collaborazione con un’organizzazione indesiderabile.

Kara-Murza, vicepresidente della fondazione Open Russia fondata da Michail Khodorkovskij, paga un prezzo terribile per essersi opposto pubblicamente a un guerra che in Russia può essere chiamata solo “operazione militare speciale”. Dopo essersi rifugiato all’estero, dove vivono sua moglie e i suoi tre figli, era rientrato in Russia con l’inizio dell’invasione. Secondo lui era l’unico modo per farsi ascoltare, anche se sapeva che così si sarebbe esposto alla vendetta di Vladimir Putin.

Ex collaboratore del politico di opposizione Boris Nemtsov, assassinato nel 2015 dopo aver denunciato il primo intervento russo in Ucraina, Kara-Murza ha dato prova del suo coraggio con la dichiarazione pronunciata al termine del processo: “verrà il giorno in cui le tenebre che avvolgono la Russia si dissolveranno”. Queste tenebre si sono accumulate man mano che si affermavano le ambizioni neoimperialiste di Putin, a cui sono inestricabilmente legate. Lo aveva ammesso lo stesso presidente russo, secondo cui “l’occidente può contare sull’aiuto dei traditori che spandono il veleno del disprezzo per la patria”. Kara-Murza, vittima di due tentativi di avvelenamento che hanno indebolito la sua salute, avrà apprezzato questa dimostrazione di cinismo.

La severità della pena, la più pesante mai inflitta a un dissidente, è la conseguenza delle difficoltà incontrate dalla Russia sul campo di battaglia, che spiegano anche l’assurda punizione di una bambina separata dal padre per aver fatto un disegno pacifista. Questa condanna arriva dopo quella emessa contro un altro oppositore, Ilia Yashin, e mentre aumentano le preoccupazioni per la salute del più celebre avversario di Putin, Aleksej Navalnij. Anche lui era stato avvelenato, e anche lui era rientrato in Russia sapendo che sarebbe stato arrestato e condannato.

Il coraggio di Kara-Murza merita rispetto, in un momento in cui la morte, il carcere o l’esilio riducono al silenzio ogni opposizione russa. Repressione, arbitrio, brutalità inaudita: ecco i valori che Putin si vanta di difendere oggi. ◆ gac

L’Europa apre alla cannabis

L’accordo tra la Commissione europea e il governo tedesco può essere la spinta decisiva affinché l’Unione cambi la sua posizione sul consumo, la vendita e il possesso di cannabis. Anche se in modo lento e incerto, in Europa si sta finalmente diffondendo la consapevolezza che legalizzarla può essere una soluzione più intelligente di un divieto che è regolarmente ignorato dai cittadini, alimenta una prospera attività clandestina e consuma una grande quantità di denaro pubblico.

La Germania è alla testa dei paesi che vorrebbero inquadrare e regolamentare il consumo, la coltivazione e la vendita di una sostanza ormai accettata dalla società, creando un giro d’affari multimilionario. L’ambizioso progetto originario del governo tedesco è stato ridimensionato in seguito alle obiezioni espresse da Bruxelles: la liberalizzazione della vendita agli adulti è stata sostituita da un piano basato su un sistema di cannabis club controllati dallo stato, dove chi ha più di 18 anni potrà acquistare un massimo di 50 grammi al mese e non più di 25 per volta. La coltivazione sarà limitata a tre piante per persona e sarà vietato consumare cannabis nelle zone pedonali prima delle otto di sera e vicino alle scuole.

Offrire canali per l’acquisto legale della cannabis significa abbandonare la strada del proibizionismo. Le politiche repressive non sono state capaci di frenare il consumo, favorendo la nascita di reti criminali. Con una regolamentazione su scala europea della coltivazione, della distribuzione e dell’uso personale, il fiorente mercato nero della cannabis potrebbe svanire.

Strappare la cannabis alla clandestinità potrebbe essere il modo migliore per elaborare piani efficienti di prevenzione e informazione, come succede con l’alcol e il tabacco. ◆ as

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1508 - 21 aprile 2023
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