Editoriali

Hong Kong senza libertà

Il processo contro gli attivisti del movimento per la democrazia, che si è concluso il 19 novembre 2024, ha confermato la triste traiettoria di Hong Kong negli ultimi anni. Il consolidamento dell’autoritarismo sotto il governo di John Lee ha portato alla soppressione di una società civile un tempo attiva e politicamente varia.

Quarantacinque persone sono state condannate a pene fino a dieci anni di prigione in base alla legge per la sicurezza nazionale di Hong Kong, imposta dalla Cina nel 2020.

Formalmente accusate di sovversione, in realtà avevano solo cercato una via pacifica per raggiungere obiettivi come elezioni democratiche per gli incarichi politici locali e la creazione di sistemi di controllo dell’operato della polizia. Gli attivisti avevano organizzato elezioni primarie per creare una lista di candidati in vista delle elezioni per il consiglio legislativo, sperando che una volta ottenuta la maggioranza avrebbero potuto bloccare le leggi più reazionarie. Le autorità invece li hanno accusati di voler paralizzare il governo, e hanno usato questo pretesto per spazzare via il movimento per la democrazia, mettendo a tacere i leader e spaventando i sostenitori.

Tra i condannati ci sono persone che rappresentano la società civile, compresi assistenti sociali e docenti universitari, ma anche attivisti come Joshua Wong. Imputati come Claudia Mo, ex parlamentare condannata a quattro anni di prigione, un tempo erano elementi di spicco nella vita pubblica di Hong Kong. Il professore di diritto e attivista Benny Tai, accusato dal tribunale di essere l’organizzatore di un complotto, è stato condannato a dieci anni, la sentenza più pesante dall’introduzione della legge per la sicurezza nazionale.

La criminalizzazione dell’attività politica completa il processo di cancellazione delle libertà civili che avrebbero dovuto essere garantite per cinquant’anni in base alla formula “un paese, due sistemi”, che sintetizzava l’accordo con cui il Regno Unito restituì a Pechino il controllo di Hong Kong. Nello stesso periodo in cui il governo di Xi Jinping inaspriva la repressione in Cina, Hong Kong ha perso rapidamente i suoi diritti e le sue libertà.

Il governo britannico dovrebbe fare il possibile per attirare l’attenzione del mondo su questa situazione, in una fase in cui le leggi sono usate per distruggere lo spirito e l’indipendenza della società civile di Hong Kong. ◆ as

Per il clima siamo tutti uguali

In un certo senso gli incontri multilaterali della Conferenza delle parti delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Cop), come quello che si è svolto a Baku, in Azerbaigian, sono sempre stati destinati al fallimento. Pensate alle posizioni opposte delle nazioni ricche produttrici di combustibili fossili, che dominano questi incontri, e a quelle dei paesi poveri che chiedono sostegno finanziario e risarcimenti per le devastazioni subite a causa dell’estrazione e della combustione di fonti fossili fatte in altre parti del mondo. Eppure, c’è un motivo indiscutibile per cercare un’intesa giusta tra questi interessi opposti. Le divergenze sono più apparenti che reali, se solo l’umanità fosse in grado di prendere sul serio le previsioni della scienza sul cambiamento climatico. Tutte le prove indicano che le catastrofi causate oggi dal clima in un luogo avranno conseguenze negative domani in un altro. Non si tratta solo del fatto che i disastri climatici ormai colpiscono senza preavviso, nei paesi ricchi come in quelli poveri. Il punto è che lo stravolgimento climatico globale comprometterà il sistema delle catene di approvvigionamento, provocando una “carneficina economica” nei settori strettamente intrecciati delle comunicazioni e dell’industria del mondo ricco, mentre gli eventi climatici estremi nel sud globale alimenteranno una crisi migratoria senza precedenti.

È disarmante la miriade di strumenti politici, economici e finanziari che bisogna armonizzare. E la situazione mondiale, dall’elezione di Donald Trump alle guerre senza soluzione, getta un’ombra lunga e oscura. Ma agire nel proprio vero interesse non deve essere al di là dell’immaginazione politica delle nazioni ricche. E concludere un accordo utile con i grandi inquinatori non deve essere al di là della prospettiva delle nazioni povere. ◆ fdl

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1590 - 22 novembre 2024
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