Limitandosi a inorridire di fronte ai baci e agli abbracci, i detrattori del pride mancano all’appuntamento con le vie dell’amore e del desiderio, ben più estese di quelle che si manifestano nei balli sul carro, ma che anzi fanno del carro stesso il proprio oggetto del desiderio. Linda, 57 anni del Texas, ne ha sposato uno, di quelli da carnevale. Lo ha parcheggiato in giardino, e ci s’intrattiene sotto il cielo stellato. È una delle storie trasmesse da Real Time per Io e la mia ossessione, serie dibattuta per la veridicità degli amori rappresentati. Krista è una madre premurosa per i suoi dodici orsacchiotti. Li veste, si prende cura di loro e li mette a letto, scatenando la gelosia del fidanzato. Kyle, 31 anni, esce solo con donne anziane che gli ricordino in qualche modo l’adorata nonna. Poi c’è il tipo che ha rapporti intimi con la sua auto, quello che non può stare lontano dalla sua bicicletta e la tizia innamorata del suo pupazzo da ventriloquo, compagno anche di viaggio. Io e la mia ossessione si barcamena tra amori inediti e compulsioni cliniche, anche gravi: chi si addormenta solo con il fon acceso o chi mangia interi rotoli di carta igienica. Un calderone che inficia la qualità di un programma che poteva istruirci sulla prateria delle passioni e invece crolla sull’esibizione di disagi complessi e drammatici. Nutrendo i pregiudizi di chi, concentrando l’animosità sul dito delle parate in paillettes, non vede la luna del carro. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1570 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati