Oltre a essere il conduttore Rai in purezza, Carlo Conti ha il pregio di spogliare le idee di ogni arzigogolo e centrare il nervo. Nel suo Ne vedremo delle belle (Rai1) mette insieme un cast di sole donne sessantenni, ex soubrette e ballerine, per farle rivaleggiare in prove da talent. Valeria Marini, Pamela Prati e Carmen Russo tra le più riconoscibili. A differenza di altri autori, che avrebbero sezionato il concept valutandone i sottotesti più insidiosi – esporre all’ilarità del pubblico, tra stonature e balli sconclusionati, ex protagoniste di un’epoca televisiva ipermaschilista, con carriere spesso troncate da una gravidanza o da un gossip – Conti guarda dritto alla commedia promessa: l’antagonismo teso per la nuova (e forse ultima) occasione, l’autoironia per non essere più desiderate come un tempo, la disinvoltura con cui acchiappano l’inquadratura. Nell’unico segmento del programma che concede spazio al contenuto, un gioco in cui devono commentare a caldo delle foto di arte varia, Conti mostra a Lorenza Mario un ritratto di Giuseppe Garibaldi con il tricolore, chiedendole cosa le evochi. Attimi di riflessione per sottrarsi forse a complicati esercizi di retorica risorgimentale, e risponde: “Guardando la bandiera italiana mi tornano in mente i miei bellissimi anni al Bagaglino”. All’apparenza fuori tema. Nella sostanza, una connessione sorprendente tra eventi e personaggi che hanno fatto l’Italia. ◆
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1607 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati