Secondo Wikipedia, “intersezionalità” è un concetto che le scienze sociali usano per “descrivere la sovrapposizione (o ‘intersezione’) di diverse identità sociali e le relative possibili particolari discriminazioni, oppressioni o dominazioni”. Un caso tipico è costituito dalle donne povere che in genere se la passano peggio degli uomini nella stessa situazione. Condizione illustrata perfettamente da questo memoir autobiografico. L’autrice racconta le peripezie di una madre single nella Londra nei primi anni duemila a partire dal momento della sua presa di coscienza, che avviene in un rifugio per donne vittime di violenza domestica mentre David Cameron s’insedia come primo ministro. Usando tutta la propria rabbia, fornendo dati e facendo emergere l’assurdo, Carraway spiega come, dopo una giovinezza di povertà e abusi, non sia riuscita per molto tempo, nonostante tutta la buona volontà, a trovare una casa in cui vivere più di qualche mese con sua figlia. Rivela la micidiale combinazione di sistema di controllo del credito, speculazione immobiliare e distruzione delle politiche sociali, e conduce il lettore a cambiare il proprio punto di vista su nozioni come “merito” o “progetto di vita”. Nel pomeriggio di sabato 1 aprile l’autrice dialogherà con Claudia Durastanti al Festival di letteratura working class (dal 31 marzo al 2 aprile a Campi Bisenzio, Firenze). ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1505 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati