Di questa scrittrice svizzera-francese ci piacque molto anni fa Cuore di bestia (Keller) con il suo fondo duramente contadino, e sarebbe bello poter leggere il suo teatro. Questi racconti quasi sempre brevi, asciutti, strani confermano l’originalità e la bravura dell’autrice, e anche una sana cattiveria. Qui si parla spesso di bambini e adolescenti, ma non trattati diversamente dai grandi e dai vecchi. Lo sguardo è sempre duro, freddo. Lampi sull’eterna immaturità umana, storie minime e crudeli, più situazioni che racconti, comunque d’inquietante durezza, a dilatarne la quotidianità: negli Appunti e in altri flash di comune vita familiare e scolastica; in Auris-des-Oisux, dove un bigliettaio ha così in odio un passeggero abituale da vivere solo per fargli del male; in Spintarella mostra la fredda coscienza infantile della spietatezza della vita e della natura; e in Quando nonna (sarà morta…), dove si pensa a un futuro infine migliore, scomparso il vecchio e liberati dalla perennità del male e dall’immaturità. Altri racconti sembrano gelide foto, dove un minimo movimento rivela una condanna decisiva e irrimediabile. Nella perfetta traduzione di Maurizia Balmelli, Revaz si conferma allieva ed erede dei grandi scrittori e sperimentatori di ieri, maestri o figli delle avanguardie. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1419 di Internazionale, a pagina 85. Compra questo numero | Abbonati