L’antologia curata da Gaetano Savatteri raccoglie testi e fumetti di una sessantina di autori, circa metà nati a Palermo e dintorni, mentre solo quattro a Catania e in gran minoranza quelli delle altre province. Si nota ancora una volta la preminenza, ma anche prepotenza, del capoluogo sul resto di un’isola che ha spesso considerato se stessa come una piccola nazione a parte.
Una grande isola, al centro di un Mediterraneo a cui però i suoi autori e le sue autrici sembrano quasi sempre ignorare di appartenere, con i doveri ma anche le curiosità che ne derivano, come quello di occuparsi del contesto oltre quel mare, che può dividere ma anche unire. E guardando a Roma più che al sud o al nord. Ma quel che continua a stupire chi frequenta la Sicilia non è solo una certa distanza tra Palermo e il resto dell’isola, che gli intellettuali del capoluogo sembrano guardare con una certa indifferenza.
Ogni antologia è ovviamente frutto di una scelta, che può aiutare chi legge a scoprire tante cose – eventi e idee, passioni e sentimenti, chiusure e aperture, delusioni e speranze – trascurandone altre. In questa le visioni e gli autori da scoprire sono tanti, e si è davvero grati al curatore e all’editore. Dal punto di vista di Palermo e dintorni, si possono lamentare alcune assenze. Mi vengono in mente per prime quelle di Consolo e Bufalino. E poi di Letizia Battaglia, dell’austero Marcello Benfante, della vivace Beatrice Monroy, del più giovane Filippo Nicosia, del grande fotografo Ferdinando Scianna, che ha scritto ritratti di vita bagherese non meno belli delle sue foto. E forse altro si poteva aggiungere, scovare. Tanti sono tuttavia i testi memorabili, da quelli degli allievi-eredi di Leonardo Sciascia, per esempio Maria Attanasio. E non poteva mancare Andrea Camilleri.
I trent’anni passati in rassegna dall’antologia sono anni di cambiamenti e di novità, e anche di nuovi modi dell’impegno civile a cui tanti scrittori dell’isola hanno saputo rispondere
L’antologia insiste sui trent’anni che ci separano da quel terribile 1992 che vide l’offensiva della mafia. I trent’anni dell’antologia sono anni di cambiamenti e novità, e anche di nuovo impegno civile a cui tanti scrittori siciliani hanno saputo rispondere. Alcuni però nei modi di professori e professoresse donmilaniani, più che con la lucidità razionale e responsabile faticosamente civile, aperta ai settori meno amabili della società. Ma quella di una sinistra che ha perso la sua identità e i suoi valori è una storia nazionale.
Questi trent’anni hanno visto scosse forti ma anche sotterranei riassestamenti, e tante nuove forme di conformismo. Bisogna tenere conto delle scuole di scrittura e dell’editoria “continentale”, nazionale, grande e piccola. Dei memorialisti (i più interessanti, lasciando magari da parte le gattopardine della buona nobiltà, una moda molto siciliana anche questa) e dei giornalisti, soprattutto quelli d’inchiesta, che sono molti e qui molto ben rappresentati .
È vero quel che scrive Nigro, che tutto sembra essere cambiato in questi trent’anni di vita siciliana, ma forse come sono cambiate l’Italia e la cultura italiana, e non solo.
Nell’antologia di Savatteri, così varia, capace di destare curiosità e per certi aspetti eccitante, è possibile trovare molte conferme, apprezzare il filone più amaro della cultura palermitana (la dura scuola di Franco Scaldati, con Franco Maresco, Emma Dante e altri ancora) e trovare conferme, e scoprire e gustare, e anche trovare qualche delusione o perplessità, le stesse che si provano di fronte a tanti scrittori d’altre regioni.
I trent’anni di scritture di Sicilia – vivaci quanto e più che altrove, e di cui Savatteri ci offre esempi davvero vari, senza trascurare il fumetto, il teatro, il dialetto, la poesia, e di questo gli siamo davvero grati, perché ci fa scoprire voci che non conoscevamo, e ci spinge a cercare le loro opere – ci ricordano anche che la Sicilia è Italia, ed è proprio per questo che avremmo apprezzato scelte più radicali, meno celebrazione e più critica e discussione, e diciamo pure delle proposte per i prossimi trent’anni, per superare i conformismi di quelli passati. E però grazie alle scelte di Savatteri/Sellerio ogni lettore esigente (a cominciare dai palermitani e siciliani) può fare le sue, di scelte, e ragionarci, e guardare avanti. Anche perché i trent’anni che ci aspettano non si annunciano più tranquilli (e conformisti) dei precedenti. Quindi si spera in autrici e autori più radicali, che abbiano voglia di rischiare di più, e diciamo pure più “cattivi”, nell’isola e in Italia, in Europa e nel mondo. ◆
Il libro: L’isola nuova. Trent’anni di scritture in Sicilia Autori vari. A cura di Gaetano Savatteri, con una nota di Salvatore Silvano Nigro. Sellerio, 648 pagine, 18 euro
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Questo articolo è uscito sul numero 1493 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati