Nicholas Jubber è un moderno cantastorie. Lo fa da anni scrivendo per i più importanti giornali anglofoni e camminando per le steppe e le strade in Asia, Africa ed Europa. La sua ultima fatica parla di persone un po’ come lui, che raccontano storie. Favole, per l’esattezza. E traccia una traiettoria della vita di autori/autrici che ci hanno permesso di sognare a occhi aperti e chiusi. Alcuni dei protagonisti del libro sono noti al grande pubblico, anche se la loro vita rimane un mistero. Per esempio Hans Christian Andersen, con la sua aria perennemente malinconica, o il napoletano Giambattista Basile, che con lo stile barocco del Cunto de li cunti introduce in maniera spumeggiante nella favolistica europea dei topos che daranno vita a Cenerentola e Rapunzel. Il libro di Jubber è un continuo slalom tra ladri, ribelli e geni un po’ incompresi, e si passa dalla Siberia alla Siria in un battito di ciglia. E qui incontriamo Hanna Diyab, di Aleppo, che crea quasi dal nulla una lanterna magica, e un ragazzo pieno di desideri da esaudire. In altre pagine facciamo la conoscenza di Ivan Chudjakov, che ha dedicato la sua vita al folclore russo finendo però dentro la follia e la miseria. Vite sicuramente non convenzionali, quelle dei raccontastorie, che Jubber ci offre come un dono. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1502 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati