Alla fine la cannabis sarà, almeno in parte, legale: lo ha deciso il parlamento. Le persone vogliono un’esistenza più leggera. Per citare un articolo uscito nel 1892 sul New York Times, proibire stimolanti e stupefacenti è come provare a “ridurre gli incidenti ferroviari convincendo i viaggiatori a restare a casa”.

Se uno stato dichiara illegale una sostanza stupefacente, la polizia fa perquisizioni, confisca, porta i consumatori in tribunale e li punisce. Ma questi metodi dovrebbero essere proporzionati. Con la cannabis non lo sono mai stati. Una società tollera che ogni cittadino consumi ogni anno dieci litri di alcol, che agli angoli delle strade si vendano tranquillamente tabacco e sigarette, e poi denuncia ogni anno 175mila persone perché vogliono farsi una canna. Il proibizionismo ha regalato un enorme giro d’affari alla criminalità organizzata e un gran carico di lavoro a poliziotti e giudici. Da decenni è chiaro che la cannabis non si eliminerà mettendola fuori legge. È ora di prenderne atto. Questo non significa, certo, che la legalizzazione non comporti rischi. E nemmeno che la legge appena approvata sia perfetta. Probabilmente non realizzerà molti dei possibili vantaggi connessi a una legalizzazione. Alleggerirà i tribunali? I giudici sono scettici, visto quanto sono complicate le regole introdotte.

Il problema più grande della cannabis è che è molto pericolosa per i giovani. Nel caso di predisposizione o di ragazzi particolarmente vulnerabili, può aumentare il rischio di psicosi, oltre al fatto che, com’è stato dimostrato, il principio attivo (thc) interferisce con lo sviluppo del cervello degli adolescenti. Per questo continua a essere vietata ai minori di diciotto anni. Tuttavia, la legalizzazione potrebbe mandare il segnale che la cannabis non è poi così pericolosa. Il padre, un po’ involontario, della legge, il ministro socialdemocratico della sanità Karl Lauterbach, considera la cannabis dannosa. Ma ha affermato che lo scopo della legge è “contribuire a una maggiore tutela della salute”. E potrebbe davvero essere così.

Il consumo cresce comunque

Bisogna prima di tutto riconoscere che fumare cannabis è ormai una realtà. Anche tra i ragazzi il consumo aumenta da anni, i divieti non hanno cambiato niente. Anzi, le persone comprano la sostanza dagli spacciatori e non sanno nemmeno quello che fumano, perché può essere tagliata o mischiata con cannabinoidi sintetici. Proviamo a immaginare che l’alcol sia illegale: se lo compriamo dallo spacciatore non sappiamo neanche se un liquore è alcol puro o se è allungato con il metanolo.

Ora i medici e le associazioni dei terapeuti avvertono, citando le esperienze di altri paesi, che con la legalizzazione il consumo di cannabis tra i giovani aumenterà. Si rifanno in particolare a uno studio dell’Organo internazionale per il controllo degli stupefacenti (Incb). Ma nei fatti la questione è più complessa. Il rapporto dell’Incb afferma anche che nel mondo ci sono molti modelli diversi di legalizzazione, circostanza che rende difficile usare i dati di un paese applicandoli a un altro e sulla base di quelli prevedere gli effetti di una regolarizzazione.

L’Unione cristiano democratica (Cdu) mette per esempio in guardia dall’aumento del numero di avvelenamenti da cannabis registrato tra i bambini dopo la legalizzazione in alcuni stati degli Stati Uniti. Ma, onestamente, la Cdu cita anche il motivo: gli orsetti gommosi alla cannabis, che i bambini ingeriscono accidentalmente. In Germania la loro vendita non è e non sarà autorizzata.

Quello che conta di più è il modo in cui avviene la legalizzazione. In Germania è molto più restrittiva: la cannabis non sarà commercializzata, è stata consentita solo la coltivazione privata o nei “cannabis club”. Questo ha degli svantaggi – per esempio i consumatori occasionali non avranno l’opportunità di comprarne un po’ legalmente – ma anche dei vantaggi: non sarà messa in piedi un’industria che minimizza i rischi della sostanza con pacchetti divertenti e sottili messaggi pubblicitari. Che per inciso, anche secondo l’Incb, è uno dei motivi per cui i giovani consumano più cannabis dopo la sua legalizzazione. Gli ultimi dati provenienti dal Canada mostrano che in molte province, a sei anni dalla legalizzazione, sono aumentati i consumatori tra i 16 e i 19 anni. Ma il numero era in crescita da prima.

Un altro punto importante è la quantità. Sicuramente gli adolescenti che fumano molta erba possono avere dei problemi seri; gli studi mostrano perfino cambiamenti evidenti nella loro corteccia prefrontale. Ma chi fuma occasionalmente uno spinello rischia danni permanenti?

Sul tema ci sono pochi studi adeguati. I ragazzi tedeschi che bevono alcolici ogni giorno sono degli alcolisti che hanno bisogno di aiuto. Ma quasi a nessuno viene in mente di aumentare il limite d’età per il consumo di alcol (in Germania è di 16 anni). Bere alcolici, anche come rito di iniziazione alla vita adulta, è un’abitudine troppo radicata nella società e contiamo sul fatto che i giovani imparino a gestirla, invece di vietarla a tutti.

E dato che la cannabis è già tra noi, ha molto più senso legalizzarla e creare le condizioni per imparare a usarla correttamente. I giovani che la fumano non scomparirebbero senza la legalizzazione.

Ora parliamo di prevenzione. Se qualcuno eccede con l’erba, non è perché dopo il primo spinello è stato ineluttabilmente trascinato nella palude della droga, come se fosse posseduto dal demonio della cannabis. L’abuso di stupefacenti ha mille ragioni, dai problemi sentimentali a quelli in casa dei genitori, fino alla mancanza di prospettive. Il proibizionismo non toglie a noi adulti la responsabilità. ◆ nv

Da sapere
Fumo legale

◆ Il 23 febbraio 2024 il parlamento tedesco ha dato il via libera definitivo alla legalizzazione della cannabis per uso ricreativo. Dal 1 aprile sarà permesso alle persone con più di 18 anni possedere 50 grammi di cannabis per il consumo privato e un massimo di tre piante. La coltivazione e la distribuzione dovranno avvenire attraverso associazioni non commerciali, i cosiddetti cannabis club. Il consumo di cannabis non è consentito nelle scuole, nelle strutture per bambini e giovani, nei parchi giochi o negli impianti sportivi ed entro un raggio di cento metri da queste strutture. Afp


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Questo articolo è uscito sul numero 1552 di Internazionale, a pagina 18. Compra questo numero | Abbonati