Il sars-cov-2 è considerato un virus respiratorio, ma la segnalazione di casi di covid-19 con vomito e diarrea hanno spinto due laboratori – dell’università di Stanford, negli Stati Uniti, e di quella di Innsbruck, in Austria – a cercare una spiegazione. Entrambi, scrive Nature, hanno rilevato tracce di rna virale nelle feci di persone infettate, anche a distanza di mesi dalla scomparsa dei sintomi respiratori. Uno studio pubblicato nel 2021 aveva trovato nelle pareti dell’intestino la proteina usata dal virus per infettare le cellule. I ricercatori stanno cercando di capire se questi effetti di lunga durata del coronavirus contribuiscano alla sindrome del long covid, che comprende più di duecento sintomi tra lievi e debilitanti.
Coronavirus nell’intestino
Un catalogo delle cellule
Il consorzio di ricerca Tabula sapiens ha messo a punto un catalogo delle cellule umane, analizzandone più di quattrocento tipi in ventiquattro tessuti e organi. Ogni cellula è stata caratterizzata grazie all’rna, che mostra quali geni sono attivi. Il risultato è lo Human cell atlas, che descrive nel dettaglio ogni tipo di cellula e la sua posizione. I ricercatori hanno trovato alcune cellule rare e altre in posti inaspettati, come i neuroni enterici nell’esofago. Hanno anche scoperto che cellule dello stesso tipo possono essere a volte specializzate, ma non sempre. Le cellule endoteliali, per esempio, hanno un profilo specializzato se si trovano nei polmoni o nel pancreas, ma non se si trovano negli occhi. Queste caratteristiche dipendono probabilmente dalle diverse funzioni. In alcuni casi è stato possibile collegare una malattia all’attività genetica di un tipo di cellula in un particolare organo del corpo. Le nuove conoscenze potrebbero avere applicazioni pratiche in medicina, aiutando a capire come funzionano i farmaci, su quali tessuti agiscono, se colpiscono cellule che non sono il bersaglio e gli eventuali effetti collaterali. ◆
Morte programmata
Dopo l’accoppiamento e prima della schiusa delle uova le femmine di polpo smettono di mangiare e si mutilano fino alla morte. Questa morte programmata serve a proteggere la prole dal cannibalismo, comune tra i polpi. Secondo uno studio pubblicato su Current Biology, potrebbe essere indotta dalla ghiandola ottica, coinvolta nella maturazione sessuale. Quando è rimossa, infatti, le femmine vivono più a lungo. Dalle analisi sul polpo a due punti della California (Octopus bimaculoides) è emerso che dopo l’accoppiamento la ghiandola innesca la produzione dello sterolo 7-deidrocolesterolo. Negli esseri umani quantità elevate del composto causano la sindrome di Smith-Lemli-Opitz, che può portare a comportamenti autolesionistici.
Il buco nero della Via Lattea
Qui sopra la prima immagine di Sagittarius A*, il buco nero supermassiccio che si trova al centro della nostra galassia, la Via Lattea. È stato individuato grazie a osservazioni svolte nel 2017 con il telescopio Event Horizon. Il primo buco nero a essere “fotografato”, nel 2019, è stato M87*, che però è 1.500 volte più grande e duemila volte più lontano di Sagittarius A*. La struttura dei due buchi neri appare simile. La serie di articoli che accompagna la nuova immagine è stata pubblicata su The Astrophysical Journal Letters.
Vittime dello smog
Secondo un aggiornamento pubblicato sulla rivista The Lancet Planetary Health, nel 2019 nove milioni di persone sono morte a causa dell’inquinamento. Sono diminuite le morti legate a condizioni di estrema povertà, come l’inquinamento dell’aria in casa o la contaminazione dell’acqua, soprattutto in Africa. Sono invece aumentati i decessi legati all’inquinamento industriale. Lo smog è responsabile di 6,7 milioni di vittime, il 75 per cento del totale.
Spazio Le piante sono in grado di germogliare e crescere sul suolo lunare. I ricercatori, scrive Communications Biology, hanno usato alcuni campioni prelevati durante le missioni Apollo 11, 12 e 17 in punti diversi della Luna. I semi di Arabidopsis thaliana sono germogliati, ma la crescita è stata stentata. Le piante hanno mostrato segni di stress, probabilmente dovuto alla composizione del suolo.
Agricoltura Le macchine agricole moderne schiacciano il suolo con il loro peso, scrive Pnas, e questo potrebbe limitare la produttività agricola. Alcune macchine sono passate dalle quattro tonnellate del 1958 alle trentasei del 2020. In natura non ci sono fenomeni paragonabili: gli elefanti non superano le otto tonnellate. Forse solo alcuni dinosauri, i sauropodi, producevano effetti simili in passato.
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