Il 29 agosto le forze armate ucraine hanno annunciato l’inizio della controffensiva nella regione di Cherson, nel sudovest del paese, sotto occupazione russa da marzo. L’operazione, in preparazione da settimane, è stata preceduta da una serie di bombardamenti che hanno reso inagibili i ponti sul Dnepr, lasciando le forze russe a ovest del fiume praticamente isolate. Dopo due giorni di combattimenti Kiev ha affermato che le sue forze hanno superato la prima linea di difesa russa e sono avanzate per diversi chilometri, mentre Mosca sostiene che l’offensiva è stata respinta con gravi perdite. La riconquista di Cherson permetterebbe all’Ucraina di minacciare direttamente il controllo russo della Crimea, che costituisce una delle priorità strategiche e politiche di Mosca. La maggior parte degli esperti però ritiene che Kiev non disponga dei mezzi necessari per un attacco frontale, e che l’operazione punti piuttosto a logorare progressivamente l’esercito russo, costringendolo a ridispiegare le sue forze dall’est del paese e a fermare l’offensiva nel Donbass. Un altro obiettivo potrebbe essere quello di impedire lo svolgimento di un referendum per l’annessione della regione di Cherson alla Federazione russa, che secondo alcune fonti sarebbe stato imminente. Intanto, dopo settimane di stallo, il 31 agosto la missione dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica (Aiea) è partita da Kiev per raggiungere la centrale nucleare di Zaporižžja. Gli ispettori sono incaricati di verificare lo stato dell’impianto, occupato dalla Russia e al centro di tensioni sempre più forti, con Kiev e Mosca che si sono accusate a vicenda di bombardare l’area, rischiando di provocare una catastrofe nucleare. L’Aiea ha dichiarato che spera di poter istituire un monitoraggio permanente per garantire la sicurezza della centrale. ◆
Kiev passa all’offensiva
Vertice d’emergenza
Il 29 agosto la Commissione europea ha annunciato di voler proporre un pacchetto di misure d’emergenza per contrastare l’aumento dei prezzi del gas e procedere a una riforma del mercato europeo dell’energia, che potrebbe prevedere la fine del legame tra il prezzo dell’elettricità e quello del gas, riferisce la Reuters. Le proposte dovrebbero essere discusse al vertice straordinario dei ministri dell’energia che si svolgerà il 9 settembre. L’annuncio ha provocato un netto calo dei prezzi del gas, che poco prima avevano toccato un nuovo record in seguito allo stop del gasdotto Nord Stream.
In carcere per una battuta
Il 25 agosto la pop star turca Gülşen è stata arrestata con l’accusa di incitamento all’odio a causa di una battuta sulle scuole religiose pubbliche İmam Hatip, frequentate anche dal presidente Recep Tayyip Erdoğan, fatta durante un concerto diversi mesi prima. “Gülşen è stata presa di mira perché si è sempre schierata in favore della laicità e dei diritti lgbt”, commenta il giornalista Murat Yetkin sul suo blog. In seguito la cantante è stata scarcerata e ora è agli arresti domiciliari in attesa del processo.
Rivoluzione sessuale
Dopo più di un anno d’intenso dibattito sociale, il parlamento spagnolo ha approvato la cosiddetta legge “solo sì è sì”, che rivoluziona la concezione giuridica dei reati sessuali stabilendo che qualunque rapporto senza consenso esplicito equivale a uno stupro. La riforma della legge sulla violenza sessuale era stata chiesta dal movimento femminista spagnolo dopo l’indignazione suscitata dal processo per il caso della manada , uno stupro di gruppo avvenuto nel 2016: dato che la vittima era incosciente e non aveva reagito, i responsabili erano stati inizialmente accusati del crimine meno grave di abuso sessuale. “È un buon esempio di come la legge può adattarsi alle richieste di una società che cambia”, commenta El País.
Russia Michail Gorbačëv ( nella foto ), ultimo presidente dell’Unione Sovietica, è morto il 30 agosto all’età di 91 anni.
Kosovo-Serbia Il 27 agosto Pristina e Belgrado hanno annunciato di aver raggiunto un’intesa per risolvere la disputa sui documenti e sulle targhe automobilistiche, che nelle settimane precedenti aveva fatto temere uno scontro fra i due paesi. L’accordo, mediato dall’Unione europea, prevede che i cittadini serbi e kosovari possano muoversi liberamente attraverso la frontiera comune usando i propri documenti.
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