“Saranno le presidenziali nigeriane meno prevedibili che si ricordino”, scrive The Continent. Il 25 febbraio 93,4 milioni di persone – la metà delle quali con meno di 34 anni – andranno alle urne per eleggere il capo dello stato e il parlamento. Generalmente in Nigeria le presidenziali sono una corsa a due, ma questa volta i candidati di punta sono almeno tre: Bola Tinubu, del partito al potere; Atiku Abubakar, del più grande partito d’opposizione; e Peter Obi, la rivelazione di questa campagna elettorale. I temi che hanno dominato i comizi sono, innanzitutto, quello della violenza cronica, che continua a peggiorare da almeno dieci anni: nel 2022 più di ottomila persone sono state uccise da gruppi armati come Boko haram. Il secondo tema è l’economia, sempre sull’orlo del collasso. L’inflazione supera ormai il 21 per cento e i beni di prima necessità sono fuori della portata di molti nigeriani. La disoccupazione è arrivata al 33 per cento. Lo scontento verso la situazione attuale potrebbe favorire Obi, che sembra avere il sostegno dei giovani. Ma le incognite sono ancora tante e i sondaggi sono poco attendibili. ◆
Un risultato non scontato
Attacco a Damasco
Il 19 febbraio un bombardamento attribuito agli israeliani sul quartiere Kafr Susa, che ospita le sedi dei servizi di sicurezza a Damasco, ha causato la morte di quindici persone, secondo l’Osservatorio siriano dei diritti umani. Israele non ha commentato, ma negli anni ha spesso colpito obiettivi legati all’Iran e alla milizia libanese Hezbollah in Siria, spiega Middle East Eye. Il 17 febbraio almeno 53 persone sono state uccise in un attacco a est di Homs, nella Siria centrale, attribuito al gruppo Stato islamico.
Banche sotto assedio
Il 16 febbraio decine di persone hanno infranto le vetrine di cinque banche, dato fuoco a pneumatici e bloccato le strade di Beirut per reclamare i loro risparmi bloccati. Il sito Daraj commenta che le scene ricordano la rivolta contro la classe politica scoppiata nel 2019 contemporaneamente al crollo economico e finanziario del Libano. Ora la valuta ha toccato un nuovo record negativo e il cambio è sceso a 80mila lire libanesi nei confronti del dollaro. Qualche giorno prima l’Associazione delle banche del Libano aveva annunciato uno sciopero, lasciando in funzione solo i bancomat.
Il clima si fa teso
La ginecologa, attivista per la democrazia e conduttrice radiofonica algerina Amira Bouraoui ha ricevuto una condanna a due anni di reclusione nel suo paese per aver “sfidato i princìpi dell’islam” e per aver “offeso il presidente”. Con l’aggravarsi del clima politico in Algeria, Bouraoui (che ha anche la cittadinanza francese) ha deciso di entrare illegalmente in Tunisia e da lì raggiungere la Francia. Quando il governo di Tunisi si è accorto della sua presenza era pronto a estradarla verso l’Algeria, fino a che non sono intervenute le autorità consolari francesi, che l’hanno scortata nel loro paese. Il caso, spiega il sito algerino Tsa, mette in evidenza come il governo algerino stia lanciando nuovi attacchi alle libertà individuali per soffocare quel che resta dell’ hirak , il movimento di protesta popolare lanciato nel 2019. Algeri ha richiamato il suo ambasciatore in Francia e ha arrestato per ritorsione alcuni familiari di Bouraoui, giornalisti e ricercatori universitari.
Un’altra strage in Cisgiordania
Il 22 febbraio l’esercito israeliano ha ucciso almeno dieci palestinesi e ne ha feriti circa cento in un raid a Nablus, in Cisgiordania. Secondo i militari si è trattato di un’operazione antiterroristica contro tre persone sospettate di essere coinvolte in attacchi contro israeliani. Da novembre, quando si è insediato il governo israeliano di estrema destra, i raid dell’esercito in Cisgiordania sono aumentati, ricorda The New Arab e nel 2023 sono già stati uccisi almeno cinquanta palestinesi. ◆ Il parlamento israeliano ha approvato in prima lettura il 21 febbraio due disegni di legge che fanno parte della discussa riforma della giustizia voluta dal governo. Il 20 febbraio migliaia di persone hanno manifestato contro la riforma a Gerusalemme.
Burkina Faso Il 18 febbraio le autorità hanno annunciato la fine delle operazioni della forza francese Sabre ( nella foto, un soldato francese nel paese, nel novembre 2019 ), impegnata nella lotta contro i jihadisti. Due giorni prima 51 soldati erano morti in un’imboscata nel nord.
Migranti Almeno 12 migranti sono morti e altri 61 sono dati per dispersi dopo un naufragio avvenuto il 14 febbraio al largo della Libia. Nel fine settimana successivo, in Tunisia la guardia costiera ha intercettato alcune imbarcazioni dirette in Italia, con a bordo 400 persone.
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